di Pietro Paolo Dorigo
Il calcio spezzatino dettato dalle paytv diventa di colpo calcio spezzato, complice il coronavirus, del quale e sul quale s’è detto e scritto di tutto. La serie A vede all’opera otto squadre, su tutte emerge l’Atalanta, che gioca manco fosse il Barcellona e infila per la terza volta in questo campionato sette gol nella porta degli avversari. Così, mentre diventa stucchevole la protesta per quel “quando si giocherà Juventus-Inter?”, i riflettori si accendono sulla nuova capolista, la Lazio, cui basta circa mezzora per strapazzare il Bologna. Non segna Immobile e diventa la notizia del giorno la poca verve offensiva dell’attaccante campano nel cuore di un sabato che più del villaggio appare come dell’irrealtà. Vince anche il Napoli, col Torino che non vede luce da tempo immemore. E perde anche il Cagliari, sconfitto in casa dalla Roma. I sardi non vincono da tre mesi e permettono perfino la resurrezione di Kalinic, uno di quei giocatori che perfino il popolo giallorosso avrebbe dato in pasto ai leoni, vista la latitanza sotto porta dell’ex attaccante di Milan e Fiorentina.

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