di Pietro Paolo Dorigo
E’ giornata di campionato numero sette m soprattutto è giornata di lutto per il calcio italiano, che piange la scomparsa del patron Squinzi, anima gentile del Sassuolo. Il campionato dice che la Juventus non è mai doma, il 2-1 di San Siro conferma l’assioma; il campionato dice anche che l’Atalanta è irresistibile e il Napoli appare in affanno. Pareggia 2-2 la Lazio in quella che potrebbe essere definita la partita del cuore, con Sinisa Mihajlovic di nuovo in panchina, mentre Ciro Immobile confeziona un’altra doppietta per pianificare le cose col Bologna e portare a casa un punto importante. Punto importante anche per la Roma, che non perde in casa col Cagliari al termine di una partita brutta come poche, inflazionata dalle decisioni arbitrali e dall’eccessivo nervosismo. Segna il Cagliari con Joao Pedro, che infila la porta romanista su calcio di rigore, pareggia la squadra giallorossa su autorete. Nel finale espulso Fonseca, allenatore che fino a oggi aveva mostrato aplomb. All’Olimpico abbiamo avvistato anche Bebe Vio, la campionessa paralimpica di scherma, e purtroppo ascoltato troppi tifosi che dagli spalti pensano di saper vedere meglio dell’arbitro. Finale dedicato a Joao Pedro, che dopo il gol va davanti alla telecamera come fanno in molti. Il pubblico non capisce, pensa che il numero 10 del Cagliari stia sbeffeggiando la curva sud. Così viene fischiato fino alla fine. Come la mettiamo? Joao Pedro è di colore. E’ stato fischiato per razzismo? Aspettiamo risposte.

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