di Alessandro Tozzi

(In direzione ostinata e contraria direbbe De Andrè)
Dobbiamo tanto a Mancini, CT della Nazionale, che in questi tre anni ha riportato l’Italia ad un buon livello dopo i disastri della gestione Ventura.
Sento però parlare da mesi del fatto che la squadra di Mancini giochi il più bel calcio del mondo, forse della storia del calcio, e francamente qualcosa mi sfugge, in controtendenza con l’esultanza dell’intero Paese di ieri sera dopo la vittoria in semifinale con la Spagna di Luis Enrique.
Il cammino di questo Europeo verso la finale viene definito come trionfale, tutti i record battuti.
Le partite sono le seguenti.
Italia-Turchia 3/0, risultato sbloccato su autogol praticamente al primo tiro in porta dopo 60 minuti, contro la squadra peggiore dell’Europeo.
Italia-Svizzera 3/0, la partita fin qui migliore, contro una Svizzera in evidente serata no, risolta da Locatelli poi messo in naftalina.
Italia-Galles 1/0, partita mediocre giocata con le seconde linee, che il Galles avrebbe meritato di pareggiare.
Italia-Austria 2/1, partita quasi persa nei tempi regolamentari per un gol annullato per 5 cm, e poi vinta con orgoglio ai supplementari contro un’Austria normale, che ha giocato almeno alla pari per buona parte della partita.
Italia-Belgio 2/1, partita sofferta e risolta con 2 gol nel primo tempo, a fronte di 2 tiri fatti nei 90 minuti, e che il Belgio avrebbe potuto tranquillamente pareggiare se l’italico stellone non avesse agito a nostro favore in 2/3 circostanze (al netto di un rigore belga assai generoso).
Italia-Spagna 1/1, partita sempre in affanno e vinta ai rigori, che la Spagna avrebbe meritato di vincere nei 90 minuti, con l’Italia costantemente in difficoltà e che spesso buttava via la palla senza sapere a chi darla.
Nonostante l’innesto di Verratti in corso di Europeo, il palleggio in mezzo al campo non è stato mai fluido, e l’assenza di un secondo incursore fra i centrocampisti ci ha penalizzati.
Fatte le dovute lodi al povero Spinazzola, arma tattica notevole, l’attacco ha fin qui mostrato limiti evidenti nonostante le prodezze di Chiesa e Insigne nelle ultime partite, creando in generale poche occasioni da gol: non riuscire mai in 6 partite a servire in maniera decente la Scarpa d’Oro 2020, che sarà un caprone e avrà i suoi limiti tecnici ma che comunque corre 20 km a partita senza mai tirarsi indietro, è una nota negativa (e vedere Belotti al suo posto francamente è irritante anche con un Ciro al 50%).
Ci ha dato una bella mano Donnarumma fin qui, come previsto, e la difesa in qualche circostanza è andata in bambola, come nell’occasione del gol ieri di Morata, che non si può prendere a difesa schierata con due totem come Bonucci e Chiellini.
In tutto questo Mancini nonostante il clima di grande euforia non ammette mai critiche di sorta, si incazza con i cronisti che parlano di Italia che va avanti con qualche difficoltà, ha una gestione dei cambi talvolta discutibile, l’idea del doppio palleggiatore fin qui ha pagato nei risultati ma non nel gioco, assai meno brillante di quello auspicato.
Nonostante tutto siamo in Finale.
Sapendo, Prandelli docet, che se la vinci, anche con una botta di culo, entri nella leggenda italiota, se la perdi sei sempre e per sempre un mezzo coglione arrivato in finale, cui a quel punto i cronisti enumereranno tutti i difetti di queste partite.
Quindi forza e coraggio, e magari pure resilienza, come diceva ieri un poco lucido Bonucci a fine partita, scambiato da uno steward per un invasore di campo ed invitato a tornare sugli spalti mentre festeggiava la vittoria a bordo campo.
Occhio Mancio, che ci vuole un attimo in questo Paese a fare la fine di Bonucci ieri sera, qui serve un colpo di tacco vincente….

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