La conferma di un import è il simbolo di una fiducia incondizionata e reciproca fra le due parti in causa e da ieri anche i Guelfi Firenze e Mike Vannucci hanno consolidato questa relazione. Il newyorkese, atterrato in Italia nel tardo pomeriggio di giovedì, ha trovato ad accoglierlo all’aeroporto fiorentino un gruppo veramente eterogeneo di persone: giornalisti, dirigenti e compagni di squadra si sono precipitati alla sezione arrivi di “Peretola” per tributare all’ex William Paterson University il giusto omaggio nel giorno del suo ritorno a Firenze dopo la off-season trascorsa in America.

Cosa si aspetta di provare durante questa seconda stagione ai Guelfi Firenze?
“Per tutto il tempo in cui sono stato lontano dal Guelfi Sport Center l’organizzazione gigliata, per mezzo di dirigenti e giocatori, è sempre stata in contatto con me. Le cose stanno andando nella giusta direzione e sono felice di essere stato confermato nel roster di un team che, credo, possa avere le giuste caratteristiche per ben figurare”.

Ha impiegato parte degli ultimi mesi ricoprendo il ruolo di Offensive Coordinator alla Plainedge High School. Pensa che questa situazione abbia fatto crescere la sua intelligenza applicata al mondo del football americano?
“Sicuramente un po’ mi ha aiutato. Adesso so cosa prova un coach in sideline e questo ti dà una visione d’insieme completamente diversa da quella che puoi avere quando indossi casco ed armatura”.

La sua prima stagione fuori dal contesto universitario è stata eccellente, come vuole migliorarla in questo 2018?
“Voglio essere onesto: la mia felicità sarebbe più grande nel caso in cui dovessimo, come squadra, vincere un numero maggiore di partire. In questo sport non contano le statistiche individuali, tutto si basa sulle vittorie di squadra ed è su quest’ultima cosa che mi voglio concentrare”.

Come si è sentito nell’incontrare di nuovo alcuni dei vecchi compagni?
“Sembra che non me ne sia mai andato. Questi ragazzi sono diventati miei amici al pari di quelli che ho a New York. Questa squadra è speciale e mi è mancato passare del tempo con i ragazzi della #GuelfiFamily”.

Pensa che sarà la “guida”, sia in campo che fuori, degli altri due import americani?
“Sicuramente essere già stato qui per sei mesi mi consentirà di aiutare Tony Dawson e Nick Holshoe in alcune aspetti, specialmente della vita quotidiana. Non vedo l’ora di mostrargli il centro storico di Firenze, sono sicuro che rimarranno impressionati dai monumenti di questa favolosa città”.

Fra un paio di settimane indosserò la maglia della nazionale italiana di american football. Quali sono le aspettative su questa nuova esperienza e sull’Alps Bowl che giocherai contro la Svizzera?
“Ho già parlato con l’Head Coach della nazionale, Davide Giuliano, non vedo l’ora di poter far parte della selezione. E’ un onore per me poter rappresentare questo paese a livello sportivo e sono sicuro che indossare la maglia del Blue Team sarà uno dei punti più alti della mia carriera di giocatore. Fra gli altri giocatori della nazionale ci sarà anche Manuel Pallini. Il Defensive Tackle dei Guelfi è sia un fratello più grande che il mio miglior amico, è un giocatore di football straordinario e quando si mette qualcosa in testa riesce sempre a farcela. Non vedo l’ora di affrontare questa avventura con lui”.

Articolo precedenteAtletica, Maratonina dei tre Comuni, mancano due settimane
Prossimo articoloCalcio, Gravina si candida alla presidenza della FIGC il prossimo 29 gennaio