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Gravel al … Massimo oggi in Valle di Primiero e all’ombra delle Pale di San Martino. Massimo Panighel e i suoi ‘Pedali di Marca’, e Massimo Debertolis, il campione del mondo con il manipolo di volontari primierotti, possono andar fieri della loro Mythos Alpine Gravel. L’edizione zero è andata proprio ‘al massimo’. Non c’è stato il boom di partenti, ma qui si parla di un evento, non di una gara, che vuole aprire un nuovo capitolo nell’innovativo filone delle due ruote.

‘Giustamente è l’edizione zero – ribadisce Panighel – perché è un progetto che parte parallelo a quello della mtb legato al marchio Mythos. Il mondo gravel l’abbiamo voluto affrontare all’interno di questo progetto perché il territorio di Primiero è molto funzionale. Tutti i lavori che sono stati fatti per il ripristino dopo la tempesta Vaia hanno dato la possibilità di creare una serie di sentieri e strade nuove ghiaiate che si interconnettono con le ciclabili esistenti sul territorio, quindi abbiamo avuto l’idea di proporre questa cosa un po’ particolare legata al gravel, denominata Alpine Gravel proprio perché si svolge in alta montagna. Il contesto si è presentato benissimo, una giornata di sole unica, territorio meraviglioso, le montagne più belle del mondo. Questi sentieri ghiaiati hanno dato la possibilità di partecipare in modo inclusivo alle bici gravel, mtb, e-bike, qualcuno con la bici da strada opportunamente gommata. Bilancio molto positivo, un numero contenuto di partecipanti ma che comunque rapportato con altre nuove manifestazioni ci dà tanta soddisfazione e fiducia per il futuro”.

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L’entusiasmo dei partecipanti è stato suscitato dalla bellezza dei luoghi attraversati, “cartoline” uniche al mondo con la maestose Pale di San Martino onnipresenti lungo i due tracciati, “Green” – come la filosofia della Valle di Primiero e San Martino di Castrozza – di 42,5 Km e 1310 m. di dislivello e “Black”, un po’ come una pista nera dello sci, con 73 km e ben 2380 m. di dislivello. Gravel è la traduzione letterale di ‘ghiaia’ e oggi di sterrati ce n’erano davvero tanti, all’insù, all’ingiù, in falsopiano, oltre il 70% dello sviluppo di entrambe le proposte.

E se il buon giorno si vede dal mattino Mythos Alpine Gravel ha decisamente un grande futuro davanti a sé, con un “territorio” convinto della proposta e un gruppo di organizzatori ben amalgamati che sanno fondere l’esperienza con l’intramontabile entusiasmo di autentici sportivi.

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La cronaca della gara, nonostante l’assenza dei cronometristi, è ricca di storie, di selfie, di amicizie nate e vissute pedalando in compagnia in una giornata aperta con un cielo terso, temperatura fresca, molto fresca, poi andatasi man mano scaldando col sole sempre più alto. A metà giornata si è vista qualche nuvola, utile per limitare il caldo per chi era ancora sul tracciato.

Organizzazione a raccogliere complimenti in abbondanza. Carlo, di Padova, appena conclusa la fatica cerca Massimo Panighel, voleva solo dirgli… :”Percorso fantastico, credo che al mondo uno scenario migliore non esista. Se il percorso è bello e si ha un allenamento adeguato non si sente nemmeno la fatica. Io ogni domenica percorro un dislivello simile a quello di oggi, con qualche variazione di ritmo in più perché si corre con gli amici di squadra, quindi quella dose di agonismo aumenta anche le performance. Questa corsa può essere affrontata da chiunque abbia almeno un allenamento domenicale. In quanto alle difficoltà, qualche piccolo tratto per le gravel era un po’ borderline, ma il resto fantastico, salite bellissime, scenario impareggiabile. Ci sarò anche l’anno prossimo, avete già fissato la data?”.

La gara “Black” partiva (alla francese) da San Martino di Castrozza, perla delle Dolomiti, un lungo sterrato per andare ad affrontare un affascinante ponte tibetano, cui seguiva una discesa con tornanti a gomito. Poi giù nel fondovalle, a spasso tra Siror e il centro storico di Transacqua, dentro il centro di Fiera di Primiero con un’impennata verticale a ridosso della Pieve, quindi una bella scorrazzata a mezza costa su sterrato, passaggio a Dismoni, su per il sentiero dell’Impero, ancora un ‘mangia e bevi’ nei boschi prima di salire verso Passo Rolle, qualche incontro prevedibile con le mucche al pascolo che sembravano applaudire questi strani biker deadrenalizzati. Da Passo Rolle giù a Malga Juribello, dentro il cuore del Parco di Paneveggio, poi su lungo l’amena Val Venegia con una marea di turisti diretti a Malga Venegia e Malga Venegiota, stessa destinazione dei partecipanti della Mythos Alpine Gravel. Da lì ancora su, su col cuore in gola, gli occhi fissi sulle Pale fino a Baita Segantini, cartolina delle cartoline e dove in molti hanno azzerato le batterie a forza di selfie, foto e filmati. Da quel punto giù in apnea fino a San Martino di Castrozza per mettersi al collo la medaglia di finisher della prima edizione, o ‘edizione zero’ che dir si voglia.

Dopo una faticaccia del genere, un comune pasta party sarebbe stato troppo limitativo per recuperare le energie. Stavolta per tutti c’era il “piatto del cacciatore” con la mitica polenta, la Tosela del Primiero ed una sostanziosa salsiccia. Tanti però avevano fatto scorta ai ristori, presi d’assalto per le bontà distribuite da gentilissimi volontari. Ossocollo taglio grosso a coltello al primo ristoro, con l’immancabile formaggio Primiero e altre delizie per il palato, Sopressa veneta e ancora formaggio tipico al secondo rifornimento con frutta, crostata e ciliegie, porchetta e ancora formaggio al terzo. Chi non ha saputo trattenersi ai ristori qualcosa ha pagato in salita, ma evidentemente ne valeva la pena…

Il tempo massimo, per rimanere in tema, consentiva arrivi e conseguente “piatto del cacciatore” fino alle 17. Ora è già tempo di pensare alla Mythos Primiero Dolomiti dell’11 settembre, la gara internazionale di mtb che si correrà nello stesso ambito della “Gravel”.

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