di Claudio Cafasso
Un resort di lusso o, in alternativa, la sede di un’ambasciata. E’ quanto si prospetta per  villa Paladini Casartelli, al civico 781 di via Cassia, al termine dei lavori iniziati quattro anni fa, dopo la vendita dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro a un privato.

Ad acquistare questo gioiello di architettura è stato il calciatore Stefan Daniel RaduRomeno di Bucarest, sbarcato a Roma nel 2008 per giocare con la Lazio nel ruolo di terzino; è il calciatore con più presenze nella storia della squadra che con questo acquisto ha fatto un goal di vera classe.

Un pizzico di storia

Villa Paladini venne costruita nel 1936 dall’allora proprietario Egisto Paladini “all’interno di un esteso lotto di terreno limitrofo alla valle dell’Insugherata che allora comprendeva anche il vicino sepolcro di Publio Vibio Mariano”, come scrivono l’architetto Rossana Nicolò e l’archeologo Fabrizio Vistoli in una scheda tecnica.

Scheda nella quale spiegano che “Nel parco annesso alla Villa sono variamente posizionati marmi e frammenti architettonici antichi, con assoluta verosimiglianza provenienti dalle vicinanze ed usati dai proprietari come elementi di decoro topiario. Lungo il lato nord dello stabile, e dunque con un tracciato latamente perpendicolare alla via Cassia moderna, è stata ravvisata la presenza, per largo tratto, di un’antica pavimentazione stradale a basoli di selce (con crepidini) ben conservata, da intendersi come un diverticolo della via Cassia-Clodia di epoca romana, mettente in comunicazione quest’ultima con la via Triumphalis”.

Un gioiello dunque, che alla morte di Egisto Palladini viene ereditato dalla moglie, Maria Luigia Casartelli che al suo decesso, avvenuto nel 1992, la dona alla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (FIRC). Da allora inizia il declino della villa.

Da quell’anno infatti, la villa e il grande giardino, ricco di marmi e frammenti architettonici antichi, caddero in uno stato grave abbandono diventando negli anni rifugio per sbandati e senza tetto fino al 2015, quando viene messa in vendita.

Chi l’ha comprata? E… per farne cosa?

E’ la domanda che da oltre quattro anni, da quando sono iniziati i lavori, si sono posti i residenti di Tomba di Nerone nella remota, lontanissima speranza che villa Paladini potesse diventare un sito pubblico, un “centro visite” della Riserva Naturale dell’Insugherata come era previsto nella Scheda V-03 del Piano di Assetto della Riserva approvato nel 2006.

Per diventarlo sarebbe stato necessario un esproprio e un’acquisizione a bene pubblico. Fantascienza. Del tutto normale quindi che il progetto sia rimasto sulla carta per poi finire in soffitta mentre invece, anno dopo anno, tutta la struttura precipitava nel degrado totale.

Un resort di lusso o un’ambasciata

A mettere uno stop da buon terzino al degrado imperante ci ha pensato dunque Stefan Daniel Radu che ha investito un bel po’ per trasformare la villa in prestigiosa location.

A quanto si apprende, il 9 giugno 2022 ha avuto l’ultimo ok (il primo risale al 19 settembre del 2017) da RomaNatura, l’ente regionale che sovraintende alla Riserva Naturale dell’Insugherata in cui si trova la villa, a completare i “lavori di ristrutturazione edilizia, restauro e risanamento conservativo,manutenzione straordinaria e recupero dello strato vegetazionale con abbattimento e sostituzione di alberature”.

I lavori fervono e chi, dai palazzi di fronte, ha una visuale completa sulla grande struttura e sul parco che la circonda racconta che la trasformazione in atto ha un che di ammirevole.

Quale che sia il futuro di Villa Paladini, un resort di lusso come vox populi dice, o la sede di un’ambasciata come qualcun altro ci riferisce, ben venga. Sarà sempre meglio di com’è stata negli ultimi trent’anni.

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