Pasquale Foggia, ex calciatore, tra le tante, di Cagliari, Lazio, Sampdoria e Salernitana e oggi dirigente sportivo, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni della testata sportiva News.Superscommesse.it. In quest’intervista esclusiva, Foggia ritiene chiusa la lotta scudetto a favore dell’Inter, candida la Lazio al quarto posto, esprime il suo disappunto sull’esonero di Inzaghi in casa Salernitana e analizza le motivazioni alla base dell’incerta stagione del Napoli.

Dopo la sconfitta della Juventus contro l’Udinese, il discorso scudetto si è definitivamente chiuso a favore dell’Inter?
“A questo punto dico di sì, ci sono troppi punti di distacco (potenzialmente 10, considerando che i nerazzurri hanno una partita in meno, ndr). Già era difficile prima per la Juve, ora diventa quasi impossibile rimontare”.

La squadra di Sarri può lottare per il 4’ posto?
“Assolutamente sì. Le prime 3 sono inavvicinabili e stanno facendo un campionato a sé, ma per l’ultimo piazzamento che vale la Champions League possiede i valori tecnici per battersi”.

La Salernitana è stata l’ultima squadra della sua carriera da calciatore. Dopo l’esonero di Sousa, ecco quello di Filippo Inzaghi. Secondo lei, il neo allenatore Liverani può ancora giocarsela per salvarsi? I campani occupano l’ultimo posto in classifica, ci sono 14 partite tuttora da disputare ed i punti di distanza dalla zona salvezza sono 6-7.
“I punti cominciano essere tanti, troppi.(…) Quindi, pur essendo convinto che la Salernitana lotterà con orgoglio, sarà difficilissimo salvarsi. Vorrei poi esternare tutto il mio dispiacere per l’esonero di Pippo (Inzaghi, ndr), che è stato del tutto immeritato”.

Kim era così fondamentale, oppure cosa è cambiato dalla rosa del Napoli dei record a quella incerta di questa stagione, a prescindere dai tecnici scelti da De Laurentiis?
“La perdita di Kim è un fattore tecnico, ma non il solo. La squadra ha cambiato allenatore, direttore sportivo e strategia. Si sono modificate, quindi, troppe cose in così troppo poco tempo. Non puoi non risentirne se vai a toccare tutti i punti fondamentali di una compagine. Il Napoli, poi, non è una squadra “allenata” a vincere uno scudetto ogni 2 anni, come per esempio Juventus, Inter e Milan, che possono, quindi, molto più facilmente resettare dopo una vittoria, perché ci sono abituati”.

 

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