Ai  microfoni di News.Superscommesse è intervenuto Antimo Iunco. L’ex attaccante, classe 1984, in carriera ha indossato, tra le altre, le maglie di Verona, Chievo, Salernitana, Cittadella, Torino, Spezia e Bari. Scuola Brindisi, Iunco ha giocato per sette anni al Bentegodi: prima in Serie B con l’Hellas Verona, poi in massima serie tra le fila del Chievo di mister Iachini. In carriera ha indossato anche la maglia della Nazionale Italiana Under 20 ed ha partecipato ai Giochi del Mediterraneo con la formazione Under 23. Terminata la carriera da giocatore ad Agosto 2019, si dedica a livello giovanile alla carriera da allenatore.

Antimo, a Verona hai indossato le maglie di Hellas e Chievo. Quali sono i ricordi più belli della tua esperienza veneta?
“L’Hellas mi ha dato la possibilità di diventare calciatore vero, sono arrivato da ragazzino e lì ho cominciato a calcare i primi palcoscenici importanti. Arrivato al Chievo ho subito vinto il campionato e vissuto l’emozione della promozione in Serie A. Sono state due esperienze diverse, ma ugualmente suggestive e soddisfacenti. Non ho vissuto alcun problema legato al passaggio dall’Hellas al Chievo: vivo a Verona e i tifosi di entrambe le squadre ancora mi salutano affettuosamente per strada”.

In questo primo scorcio di stagione si è visto un Verona in difficoltà, la squadra di Bocchetti riuscirà a centrare l’obiettivo salvezza?
“Sarà sicuramente un campionato sofferto. La squadra è stata costruita in base alle esigenze di Cioffi, per Bocchetti non sarà semplice incidere subito in positivo. Il Verona ha bisogno di tempo per ingranare. La fortuna dei gialloblù è quella che si avvicina il Mondiale, con conseguente stop del campionato. In questo modo il mister potrà lavorare tranquillamente, impartendo il proprio calcio e i propri metodi. Da gennaio vedremo il vero Verona”.

Ti saresti mai aspettato il fallimento del Chievo Verona? Cosa ne pensi del progetto Clivense varato da Pellissier?
“Non me lo sarei mai aspettato. Far scomparire una squadra in quel modo non è mai bello, è stata una brutta esperienza per tutti. Cancellare un club che ha giocato in Champions, con tanti giocatori che sono passati anche in nazionale, è dura, una brutta macchia per il calcio italiano. Con il progetto Clivense Pellissier si è messo in gioco. Hanno un allenatore valido e molto in gamba come Allegretti, ma l’Eccellenza è dura per tutti. Ripetere quello che ha fatto il Chievo, poi, è difficile. Hanno vinto la terza categoria e comprato il titolo in Eccellenza: penso non si possa parlare di scalata ma di ‘voler arrivare’. Il progetto però è da apprezzare, ne fanno parte tante persone competenti e questo non è scontato nel dilettantismo”.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro? Ti piacerebbe allenare o punti ad altro?
“Attualmente sono coinvolto in un progetto qui a Verona relativo ad una scuola calcio, la Crazy Academy. Lavorare con i giovani mi piace, può dare grandi soddisfazioni. C’è anche qualche ex compagno di squadra che mi aiuta e con il quale mi confronto a 360 gradi”.

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