Luca Colosio
Luca Colosio

Luca ama correre ma anche mettersi alla prova,per questo, dopo aver coronato il sogno di partecipare alla Maratona di New York, si è cimentato per la prima volta in uno sport di squadra; il rugby. Oggi si trova a Biella per partecipare ai Giochi Nazionali Estivi, è un atleta Special Olympics, un emblema di una storia, un percorso, sportivo ed umano, che merita di essere raccontato.
La città di Biella saluta oggi, con ancora una manciata di gare e premiazioni, gli atleti, protagonisti dell’ultimo appuntamento della stagione con i Giochi Nazionali Special Olympics. Circa 1500 atleti con disabilità intellettiva hanno gareggiato in 8 discipline sportive: bocce, bowling, equitazione, nuoto, nuoto in acque aperte e pallavolo, quelle ufficiali, rugby e vela le dimostrative. Gli atleti giunti da 14 regioni italiane mentre 8 delegazioni straniere da Austria, Canada, Cipro, Finlandia, Germania, Portogallo e Repubblica di San Marino.

Ieri sera la Cerimonia di Chiusura in programma presso lo Stadio Lamarmora Pozzo di Biella ha siglato il passaggio della bandiera di Special Olympics al Comitato Organizzatore Locale di Montecatini, sede dei prossimi Giochi Nazionali Estivi nel 2018.
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Parallelamente alle gare si sono svolti i programmi sportivi non competitivi dello YAP (Young Athletes Program), programma innovativo di gioco e attività motoria per bambini fino agli 8 anni d’età e MATP (Motor Activity Training Program) programma di allenamento studiato per bambini ed adulti con disabilità intellettive gravi e gravissime e disabilità fisiche e/o sensoriali con associata una disabilità intellettiva. Durante i Giochi gli atleti hanno inoltre la possibilità di sottoporsi ad esami medici gratuiti nell’ambito del Programma Salute promosso da Special Olympics che vede l’attuazione di specifici protocolli di accoglienza, prevenzione e diagnosi per persone con disabilità intellettiva ed il coinvolgimento di centinaia di volontari clinici. Solo a Biella si sono eseguite 670 visite effettuate, 4 università, e più di 100 volontari coinvolti al giorno.

I Giochi Nazionali Estivi 2017, quest’anno suddivisi in tre differenti località in relazione alle diverse discipline sportive proposte, che vedono il coinvolgimento di 17 paesi stranieri e 3400 atleti circa in totale, hanno preso il via dal 10 al 14 maggio scorso a Terni e Narni (atletica, canottaggio, golf, indoor rowing, nuoto e tennis) e sono proseguiti a La Spezia, dall’11 al 15 giugno (badminton, calcio, ginnastica artistica, ritmica e pallacanestro). Biella che chiuderà i XXXIII Giochi Nazionali Estivi Special Olympics era già stata cornice delle precedenti edizioni, nel 2008 e 2012. Un territorio dunque ampiamente sensibilizzato negli anni al tema della disabilità intellettiva nello sport. Ciò è emerso ancora una volta in occasione del Torch Run che, prima di giungere a Biella per accendere il tripode in Cerimonia di Apertura, ha effettuato un percorso lungo 346 km annunciando l’arrivo dei Giochi Special Olympics in ben 82 Comuni del Piemonte

La storia di Luca Colosio
Corsa come metafora della vita e delle difficoltà che si incontrano lungo il suo percorso.
“Luca non ha imparato a camminare – racconta la mamma – ma direttamente a correre. Un bambino ospedalizzato incanalato a fare cose che avessero una certa fisicità; esperienze che lo hanno portato a sviluppare una forte iperattività che scaricava proprio attraverso la corsa. Sotto la spinta di neuropsichiatri, abitando molto vicino – ricorda Martina – decidemmo di lasciarlo andare a scuola da solo. Luca, che aveva 10 anni, quel breve tragitto lo faceva correndo. Sempre lo stesso percorso ed in tanti, che ormai lo conoscevano, quando lo incontravano gli dicevano “ma dove corri”, lui rispondeva: “alla Maratona di New York”. Quel sogno, nato quasi per gioco, è diventato, negli anni, un chiodo fisso e noi, in famiglia, a spiegargli che era presto, che prendere parte ad una maratona prevedeva un duro lavoro di preparazione. Luca ha un carattere duro, è sempre stato molto determinato, quando si prefigge un obiettivo lo vuole portare a termine e già allora riuscì a strappare una nostra promessa: “Quando compirai 30 anni faremo di tutto affinché tu possa realizzare il tuo sogno”.
Luca, che 30 anni li ha compiuti il 3 gennaio 2016 non ha mai dimenticato la promessa. Abbiamo messo Luca, il primo atleta italiano di Special Olympics che ha partecipare alla Maratona di New York, nelle condizioni di poter impostare un programma di lavoro dettagliato svolto con Mario Rumi, tecnico dello stesso Team Special Olympics “Bresciana non solo Sport”, che il 6 novembre ha corso insieme a lui; una condizione essenziale dato che Luca oltre ad essere ipovedente ha il diabete di tipo 1 e ha dovuto pertanto, durante la stessa maratona, assumere integratori specifici”.
Luca ha subito 17 interventi agli occhi, il primo a tre mesi, nell’arco dei primi 8 anni di vita. Esperienze che l’hanno reso talmente forte che – ricorda Martina – in occasione dell’ultima operazione, mentre stringeva la mano dell’infermiere che lo accompagnava in sala operatoria, mi disse “mamma io vado da solo”. Il glaucoma congenito bilaterale gli ha causato, intorno agli 8 anni, la perdita di un occhio. Luca non dormiva se non attaccato al mio collo, non vedeva e le sue difficoltà lo hanno portato ad un attaccamento morboso, ad una continua ricerca di protezione. Ero chiusa in casa nel mio dolore, poi quando ho iniziato a vedere che Luca non aveva più amici ho deciso di abbandonare quello stato di apatia che non faceva stare bene me, la famiglia, ma soprattutto Luca. Mi sono imposta di aiutare mio figlio a “camminare con le proprie gambe” cercando di renderlo più autonomo possibile; è stato difficile per entrambi ma se non lo avessi fatto Luca non sarebbe l’uomo che è oggi. Martina così come il papà Ruggero e la sorella Chiara non sono partiti per New York: “Ci è costata tanta fatica – prosegue la mamma – non essere fisicamente con lui, ma desideravamo che vivesse questa esperienza da atleta, con il suo compagno d’avventura”.
Già intorno ai 7 anni fu inserito in una polisportiva affinché potesse coltivare la sua passione per la corsa. “La nostra vita è stata ribaltata il giorno in cui, superati gli scetticismi iniziali, Luca iniziò a frequentare una polisportiva all’interno della quale c’erano anche persone con disabilità intellettiva come lui. Luca ha partecipato ai suoi primi Giochi Nazionali Special Olympics, a Lodi, quando aveva 14 anni; lì si è aperto il mondo. Poi la prima esperienza internazionale ai Giochi Europei di Varsavia, nel 2010, dove ha vinto una medaglia d’oro nella staffetta 4×400 ed un argento nel getto del peso. Nel corso del tempo ha partecipato a diverse maratone, in tempi più recenti alla Brescia Art Marathon, nel marzo scorso. Luca lavora da 7 anni in una torrefazione di caffè, a Brescia. Dopo un tirocinio ed un inserimento graduale è stato assunto a tempo indeterminato; si trova benissimo con i colleghi con i quali condivide anche momenti extra lavorativi. La sera, dopo il lavoro, per tre giorni alla settimana vive nella “casa dei campioni”, un appartamento con altri atleti. Nel mezzo, lo sport; Luca si allena costantemente. Corre, e non ha alcuna voglia di fermarsi. Oggi ai Giochi Nazionali Estivi a Biella è per la prima volta alle prese con il pallone ovale: spalle larghe in modo da estendere al meglio il torace, busto eretto per favorire un ampio movimento delle anche ed una falcata più aperta e lunga, con uno sguardo diretto sempre in avanti. E’ per questo che Luca la sua “meta” l’ha già fatta.

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