Pomeriggio felice per Alessia Trost a Banska Bystrica. La friulana delle Fiamme Gialle è seconda nel meeting slovacco di salto in alto, superando la quota di 1,94 (eguagliato lo stagionale di Hustopece, il 26 gennaio scorso), battuta solo dall’inarrivabile russa Mariya Lasitskene, unica a volare oltre l’asticella prima a 1,97, poi, a gara terminata, a 2,00. Bene anche Elena Vallortigara (Carabinieri), che bagna l’esordio stagionale con un buon 1,90, piazzandosi al terzo posto (in coabitazione con tre avversarie) e mostrando di essere già in discreta condizione. Desiree Rossit (Fiamme Oro), terza delle azzurre iscritte, si ferma invece a 1,80, con tre errori alla misura di 1,85.
Alessia Trost comincia il suo percorso di gara valicando senza difficoltà 1,75 e 1,80. A 1,85 arriva invece l’errore, al quale l’azzurra pone immediato rimedio nel secondo tentativo. Cinque centimetri più su, a 1,90, il primo “graffio” di Alessia: mentre fioccano gli errori alla prima prova, Trost vola subito al di là dell’asticella, unica a farlo insieme a Mariya Lasitskene. In sette vanno ad affrontare 1,94, dove però la gara finisce per risolversi: Lasitskene non tentenna, mentre nei 18 salti successivi, la bandiera bianca si alza solo una volta: per la Trost, che è l’unica a contendere la vittoria alla russa, cancellando il pomeriggio-no di Trinec, dove, dopo l’esordio a 1,94 di Hustopece, si era fermata a un inspiegabile 1,80.
“Il miglior salto – il commento della Trost nel dopo gara – è stato probabilmente il secondo a 1,97, anche se non riuscito, mentre l’1,94 l’ho fatto un po’, lo posso dire?, di ignoranza! Volevo andare di là, e ci sono riuscita. Sono contenta, è vero, ma in questa fase non voglio farmi prendere dall’entusiasmo, dalle misure. Riesco a stare bene in gara, ad esprimermi quasi come vorrei, e questo per ora mi basta. Dal punto di vista tecnico, sento di dover lavorare ancora molto sugli ultimi due appoggi, soprattutto per ciò che riguarda il piazzamento davanti all’asticella. Il percorso che sto facendo con Marco Tamberi è fatto di lavoro, cura dei particolari. Voglio concentrarmi su questo”.

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