Fabrizio Donato è volato a Madrid dove oggi aprirà l’ennesima stagione di una carriera infinita. 41 anni, oltre 200 gare sulle spalle, un bronzo olimpico e due ori e due argenti europei al collo, il triplista delle Fiamme Gialle è pronto a mettersi nuovamente in gioco. “Siamo a fine giugno ed ormai si è fatta proprio l’ora di gareggiare!” esordisce con una battuta l’inossidabile big azzurro dell’hop-step-jump che ormai è un campione anche nel lasciarsi alle spalle gli infortuni. “Onestamente questo inverno, ho fatto un po’ fatica a recuperare il problema al piede sinistro che mi ha bloccato ai Mondiali Indoor di Birmingham. Per fortuna, ora sento di avere una condizione in crescita, altrimenti nemmeno mi sarei sognato di provarci”. L’anno scorso l’esordio stagionale outdoor dell’ironman del salto triplo era stato esplosivo con un formidabile 17,32 a Pierre-Bénite in Francia. “In questo momento – spiega Fabrizio – non mi aspetto grandi misure. Anche se gli atleti che dovrò affrontare sono dei grandi avversari”. Nell’edizione 2008 del meeting della capitale spagnola Donato chiuse al terzo posto con un 17,29 appena ventoso. In gara (ore 20.55) stavolta lo attendono il brasiliano Almir Dos Santos, il portoghese Nelson Evora e il cubano, naturalizzato azero, Alexis Copello ovvero l’argento, il bronzo e il quarto classificato degli ultimi Mondiali Indoor. “Sono contento di tornare a Madrid dieci anni dopo. Mi ricordo che in quell’occasione vinse Evora con 17,40. Sono anche curioso di poter vedere in azione altri giovani come Filippo Tortu. Mi ha impressionato come sia stato capace di correre e confermarsi rapidamente su certi crono. E’ davvero un bel momento per l’atletica italiana, dobbiamo viverlo con entusiasmo e da atleti fare la nostra parte!”.

Alle 19.59 di invece scatterà la trentesima volta di Filippo Tortu sui 100 metri. Sarà la batteria, la prima attesissima fiammata dello sprinter azzurro al Meeting internazionale di Madrid. 76 minuti più tardi, alle 21.15, la finalissima. Vent’anni appena compiuti, Super Pippo è già diventato il secondo italiano di tutti i tempi con il folgorante 10.03 (+0.7) di Savona ribadito dal 10.04 controvento (-0.4) del Golden Gala. Mai nessuno era arrivato così vicino al record italiano assoluto del mito Pietro Mennea (10.01 nel 1979 ai 2200 metri di altitudine di Città del Messico), mai nessun azzurro così veloce al livello del mare. Un primato che trema e l’Italia dell’atletica con il fiato sospeso. Perché spingersi oltre quel limite potrebbe probabilmente significare infrangere il muro dei 10 secondi. Un confine oltre cui la velocità diventa un’altra storia: fin qui lo hanno attraversato 133 uomini per un totale di 896 prestazioni in tutto il pianeta Terra. Una soglia ambita che solo altri due bianchi europei hanno osato varcare: il francese Christophe Lemaitre (9.98 nel 2010, poi migliorato fino a 9.92 nel 2011) e dall’azero con passaporto turco Ramil Guliyev (9.97 nel 2017).

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