Ai Mondiali di Doha tra fine settembre e inizio ottobre, dopo tanti eventi internazionali vissuti da protagonista, Libania Grenot non sarà in pista nei 400 metri e con la staffetta 4×400 azzurra. La maternità, annunciata in una recente intervista alla Gazzetta dello Sport, e la decisione di lasciare l’attività agonistica, chiudono una carriera ricca di successi tra cui spiccano i due ori europei nel giro di pista a Zurigo nel 2014 e Amsterdam nel 2016. In questo ritratto, il racconto della Libania donna e della Grenot atleta.

Libania che parte da Santiago de Cuba, Libania campionessa d’Europa (una volta; pardon, due), Libania finalista olimpica, Libania capitana delle All Blacks d’Italia, Libania presto mamma. Un caleidoscopio di immagini, ricordi, sensazioni in un’avventura che stordisce come un giro di pista a perdifiato. Lei ne sa qualcosa. Al momento del distacco, dell’addio, si trattava di scegliere, di puntare il raggio del riflettore su un lungo momento per trasformarlo nel simbolo di una vita di corsa. Eccolo. I tempi cambiano. Eric Liddell citava la Bibbia: “Correranno e non saranno stanchi”. Libania Grenot ricorreva a un altro testo, meno sacro, il libro di un profeta molto laico Usain Bolt: “Quando le difficoltà assalgono, è il momento di credere in se stessi”. Con un accenno di sorriso, concedendosi un brindisi con un goccio di bianco, Panterita – che sarebbe meglio chiamare tigrilla per il tatuaggio cinese sulla mano destra – festeggiò il suo primo titolo europeo, conquistato nel piccolo-grande tempio zurighese di Letzigrund. “Ora sono una guerriera”, calò sul tavolo con voce ed espressione diventate improvvisamente ferme. Al suo fianco, Loren Seagrave sorrideva sotto i baffi sale e pepe. Seagrave, il Bollettieri dell’atletica: centro d’allenamento a Bradenton, Florida, vicino all’accademia del tennis, stessa cura nel creare talenti, nell’affinarli. “Quando è arrivata da me, ho capito che c’era spazio per la crescita: Libania aveva fisico e potenzialità che non erano ancora state sfruttate. E muscoli perfetti”.

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