Tante gocce d’azzurro in un cast da brividi. Tanta Italia in un Golden Gala Pietro Mennea che può sognare con gli atleti di casa. C’è la ribalta internazionale per 14 italiani nella notte delle stelle allo stadio Olimpico di Roma, giovedì 6 giugno. Alcuni di loro hanno già segnato la stagione con tempi, misure e medaglie, basti pensare ai due azzurri-copertina dell’evento della Capitale, veri e propri simboli della nostra atletica in questo momento: Filippo Tortu e Gianmarco Tamberi, l’uomo più veloce d’Italia e l’uomo che salta più in alto, “Pippo” e “Halfshave”.
L’Olimpico è già pronto a palpitare per la volata sui 200 metri di Tortu che non vuole restare in disparte nel duello tra Noah Lyles – che lo batté ai Mondali under 20 di Bydgoszcz tre anni fa – e Michael Norman, giovani e fulminei sprinter statunitensi. Il ventenne brianzolo delle Fiamme Gialle non vede l’ora di azzannare la pista dell’Olimpico per abbattere il primato personale di 20.34 che resiste da due anni, nella specialità che dai Mondiali di Londra 2017 non ha più frequentato. Il 9.97 ventoso (+2.4) stampato a Rieti nell’esordio stagionale individuale, dopo la qualificazione mondiale ottenuta a Yokohama con la staffetta 4×100, è soltanto la prima magia del recordman italiano, primo uomo nella storia tricolore a spalancare i cancelli dei 10 secondi nei 100 metri (9.99 a Madrid lo scorso giugno).
E se Tortu può far scattare in piedi la Monte Mario, è tutta per Gianmarco Tamberi la curva sud che sovrasta la pedana del salto in alto, regno di “Gimbo”, rinato in inverno con il titolo europeo indoor a Glasgow (2,32) dopo due anni e mezzo di calvario e di lenta ripresa dall’infortunio al piede di stacco del luglio 2016 a Montecarlo. Sui social il 27enne marchigiano delle Fiamme Gialle ha caricato il pubblico e ha chiesto un tifo infuocato: “Voglio vedervi gridare, saltare e cantare, ci divertiremo come matti”, parola di Tamberi, che si è lasciato alle spalle una lieve contusione al piede (non quello operato) e da Roma riprende la rincorsa verso i Mondiali di Doha in una sorta di anticipo della finale iridata contro i vari Bondarenko, Protsenko, Starc, Tobe, Przybylko, Nedasekau, una larga fetta dei baronetti della specialità.

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