Filippo Randazzo
Filippo Randazzo

L’Europeo Indoor di Filippo Randazzo, poco meno di 21 anni, promessa catanese del salto in lungo, all’esordio in maglia azzurra, si chiude con il settimo posto continentale (la sua miglior misura è 7,77). Traguardo che alla vigilia avrebbe fatto felice il ragazzo di San Cono, e che oggi – va detto – è tutt’altro che da disprezzare. La serie di salti dell’italiano (7,33; N; 7,77; N; N; 7,60) manca dell’acuto riuscito, per fare l’esempio più eclatante, all’albanese Izmir Smajlai, oro con 8,08 nell’ultimo dei suoi sei tentativi, a pareggiare la stessa misura realizzata in precedenza dallo svedese Torneus. A decidere è il secondo miglior salto di Smajlai, 8,02. Il bronzo finisce al collo dell’ucraino Nykyforov, battuto di un solo centimetro (8,07), per quello che è, metaforicamente, un arrivo davvero al photofinish (tre medagli in un centimetro). La finale dei 1500 metri è la classica prova tattica da campionato. Yassin Bouih, al primo vero impegno internazionale da “grande”, legge bene le carte degli avversari per almeno due terzi di corsa, dicretamente piazzato nella parte anteriore del plotoncino. Ma nel finale, quando è il momento della verità, ad emergere sono gli atleti dotati di quelle caratteristiche che l’azzurro sembra dover ancora coltivare. L’oro va a Marcin Lewandoski, il 29enne polacco che ha costtruito negli anni una solida reputazione da protagonista nei finali di corsa (3:44.82 il tempo del suo successo); argento e bronzo a due giovanissimi, il 20enne svedese Kalle Berglund (3:45.56) e il 21enne ceco Filip Sasinek (3:45.89). Bouih termina all’ottavo posto in 3:47.95. Niente da fare per Michael Tumi nelle semifinali dei 60 metri. Lo sprinter azzurro corre una brutta prova e perde l’appuntamento con il turno per le medaglie, terminando al settimo posto con un 6.72 senza appello. Nell’eptathlon, dopo 4 prove, il lombardo Simone Cairoli è decimo con 3274 punti (7.04, 7,55 PB, 12,21, 2,04).

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