Il 12 dicembre 1969 una bomba straziò 17 innocenti e l’Italia. Otto giorni dopo, il 20 dicembre, ancora a Milano, una morte straziò lo sport italiano: a 52 anni scompariva Adolfo Consolini. Il più grande o uno dei più grandi fa poca differenza. Un volto semplice, di un Paese sparito, il discobolo prodotto da un’altra classicità, quella della campagna, il campione che dal destino ebbe poco tempo ma che lo utilizzò tutto occupando una, due, tre ere, il Maciste in giaccone di cuoio della sua avventura cinematografica in “Cronache di Poveri Amanti”.

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