SuperNews ha intervistato Christian Alvitrez, centrocampista che, dopo un’ottima stagione al Brusaporto, ha accettato la proposta del Chieri. Il peruviano, anche in questo inizio campionato, sembra non aver perso la sua confidenza con il gol. Nella rubrica “Interviste D Valore” Alvitrez svela come un centrocampista può raggiungere numeri da bomber e i motivi legati alla scelta del suo trasferimento.
Dopo un’ottima stagione al Brusaporto hai accettato la proposta del Chieri. Come mai questa scelta?
Quest’estate la mia scelta è stata difficile, perché a Brusaporto mi sono trovato molto bene e ho conosciuto persone fantastiche. È stata una scelta ragionata, pensata a 360 gradi. Quello che più ha influito sulla decisione è relativo alla mia situazione familiare, essendo io di Torino e avendo parenti qui.
Dove può arrivare il Chieri quest’anno?
Per quanto riguarda Chieri sono contento, perché è una società sana, fatta di gente seria, dove le situazioni si affrontano come in una famiglia. Le ambizioni sono alte, anche perché, a mio avviso, la squadra è ottima e incastrando diversi fattori, come sta succedendo in questo inizio di stagione, possiamo restare nelle posizioni alte della classifica.
Nell’ultimo campionato hai messo a segno 9 gol, quest’anno sei già a quota 3 reti. Per un centrocampista sono numeri importanti. In mediana puoi occupare diversi ruoli, ma dove riesci a esprimerti meglio?
Dall’anno scorso ho cominciato a fissare tra i miei obiettivi i gol personali, cosa mai fatta prima. È molto stimolante, sono sempre concentrato visto che l’occasione giusta può capitare in qualsiasi momento e devo farmi trovare pronto. Per il ruolo, penso di esprimere a pieno le mie potenzialità da mezz’ala, anche se fare il playmaker o mediano a due mi piace per l’impostazione perché sono al centro del gioco. Insomma, è allettante prendermi la responsabilità del fulcro del gioco.
Qual è il tuo ricordo più bello che hai vissuto in campo e quale quello più brutto?
Ricordi belli in campo ne ho tanti, ma i ricordi calcistici più belli li ho fuori dal rettangolo verde con i compagni. Ogni anno ci sono momenti in cui si ride a crepapelle.
In futuro vorresti provare un’esperienza in Perù, la tua terra natìa?
Il mio sogno è quello dì rappresentare da giocatore la Nazionale peruviana, cosa che ormai non penso possa più essere fattibile. Per i campionati, invece, mi trovo benissimo qui in Italia e per ora non mi è mai passato per la testa di provare un’esperienza in Perù.
Cos’è il calcio per te?
Ad oggi il calcio per me è vita, racchiude molti significati. Questo sport mi ha accompagnato in ogni fase di crescita e mi ha tenuto lontano da cattivi sentieri, anzi, mi ha formato molto caratterialmente. Chiaro che è anche il mio “lavoro”, ma lo faccio con passione. Se fosse possibile, giocherei fino a 70 anni.
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