Club Italia Crai vs. Saugella Team Monza

Archiviata la Samsung Volley Cup di A1 e il progetto “Club Italia in tour” è tempo di bilanci per la formazione federale che dalla prossima stagione avvierà un nuovo biennio partendo del Campionato di A2 femminile.
E’ stato un anno sportivo decisamente intenso per le azzurrine che sono di casa al Centro Pavesi Fipav di Milano. Se da una parte il bilancio di punti e vittorie conquistati nel corso della regular season è stato scarno, dall’altro i progressi di squadra e individuali sono stati davvero apprezzabili. A tracciare il bilancio della stagione appena conclusa e del biennio di attività al Club Italia CRAI è il primo allenatore Massimo Bellano.

“Sicuramente da un punto di vista di risultati in senso stretto e di punti il bottino è magro – dichiara il tecnico -. Alla vigilia della stagione ci si poteva aspettare di più sotto questo profilo. Da subito, però, ci siamo trovati ad affrontare una serie di problematiche che non avevamo previsto e che hanno ha portato la squadra a non giocare la pallavolo che avremmo voluto”.

Il progetto Club Italia nasce con uno scopo soprattutto formativo…

“Proprio i problemi della prima parte di stagione sono stati quelli che ci hanno permesso di provare una serie di ragazze del 2002 che probabilmente avrebbero fatto più fatica a trovare spazio in una situazione ‘normale’. In più abbiamo approfittato per valutare alcune giocatrici in più ruoli. Un aspetto importante per le ragazze che lo hanno provato e che ha arricchito il loro bagaglio e che darà alle atlete e a chi le allenerà in futuro diverse possibilità in campo. Un lavoro di questo tipo è però possibile solo all’interno di un progetto lungo come il Club Italia, nelle altre squadre è impensabile poter fare esperimenti per tre, quattro o cinque partite. Abbiamo cercato di sfruttare le contingenze negative per creare delle possibilità sotto tutti i punti di vista. Le difficoltà, poi, hanno contribuito a forgiare le ragazze anche caratterialmente. Il nostro scopo è quello di formare atlete a 360 gradi capaci di essere atlete nei momenti buoni e anche in quelli di difficoltà. Sono assolutamente convinto che tutto quello che ci è successo nel corso dell’anno per loro sarà un bagaglio importantissimo in chiave futura. In questi due anni di Club Italia abbiamo inoltre lavorato affinché le ragazze si prendessero costantemente cura di sé dentro e fuori dal campo. Negli sport di squadra questo non sempre accade e, mutuando esperienze dalle discipline individuali, abbiamo cercato di porre l’accento su questo aspetto. Sarà il futuro a dire se abbiamo fatto un lavoro positivo o se non siamo riusciti a far passare il messaggio e l’insegnamento che volevamo”.

Quale è stato il tipo di lavoro tecnico affrontato?
“Per quanto riguarda la disamina dell’aspetto tecnico possiamo procedere con l’analisi di tre aspetti: il gioco d’attacco, lo sviluppo della battuta e la qualità in difesa dei giocatori. Di tutti e tre siamo pienamente soddisfatti: sono tre aree di miglioramento importanti su cui è stato fatto un buon lavoro. Il percorso sulla battuta proseguirà anche in estate e sarà completato. Dove c’è da proseguire e stabilizzare è il fondamentale della ricezione. Mi sarei invece aspettato qualcosa di più, e ragioneremo in modo diverso nel prossimo ciclo, dalla qualità del muro. Tranne alcuni acuti individuali dettati dal talento per il resto è un fondamentale dove dobbiamo fare meglio. Anche la parte tattica ci ha molto soddisfatti. All’inizio le ragazze faticavano nella lettura delle situazioni di gioco e avevano un passo nettamente inferiore rispetto alle altre squadre, a causa dell’inesperienza. Nella seconda parte di stagione anche questo aspetto è migliorato molto dal punto di vista qualitativo.

Da un punto di vista strettamente personale quali sono gli aspetti positivi e quelli da cancellare all’interno del percorso?
“Non cancellerei niente perché anche le cose di cui non sono soddisfatto comunque mi servono e mi sono utili per la preparazione del secondo ciclo e per la mia attività di allenatore. Ho la profonda convinzione che tutti i successi e tutte le vittorie nascano dai momenti di difficoltà perché sono quelli che ti fanno rimettere tutto in discussione e migliorare. Per quanto riguarda gli aspetti positivi quelli più interessanti sono sempre legati al confronto con gli atleti e con tutte le persone di grandi qualità che lavorano a questo progetto a partire da Davide Mazzanti, a Luca Pieragnoli senza tralasciare gli altri membri dello staff. Un dialogo continuo, una sorta di aggiornamento continuo che mi ha dato molto sia da un punto di vista della gestione del gruppo sia da un punto di vista strettamente tecnico”.

Quest’anno si conclude un ciclo. Quale è l’augurio che fa alle ragazze che lasciano il Club Italia?
“La speranza è che riescano a mettere a frutto tutto il lavoro che abbiamo svolto in questo biennio. Per completare la loro crescita hanno ancora della strada da fare, ma se hanno capito come mettere a frutto il loro talento credo che lo sviluppo del loro percorso futuro potrà essere assolutamente positivo”.

Nella prossima stagione si avvia un nuovo biennio del Club Italia CRAI…
“I tratti caratterizzanti del Club Italia restano sempre gli stessi: cercheremo di portare qui a Milano delle ragazze che abbiano punti di forza importanti che saranno valorizzati grazie questo progetto. Cambieranno le età perché il gruppo principale sarà costituito prevalentemente da atlete nate nel 2002, anche se avremo qualche atleta del 2000 e del 2001 per dare un po’ di esperienza al gruppo. Lavoreremo inoltre con le 2004 che sono arrivate qui lo scorso anno e che faranno un passo in avanti nella gerarchia. L’idea è sempre quella di preparare anno per anno quello che sarà il ciclo successivo. Andiamo quasi a esaurire il percorso legato al 2000/2001 e apriamo in maniera importante il prossimo ciclo Under 19/20. Sicuramente, con due anni di esperienza alle spalle , affronteremo il percorso con maggiore consapevolezza correggendo anche alcune criticità di questo progetto. Dopo due anni di Club Italia abbiamo la possibilità di adattare meglio il lavoro e di personalizzarlo in modo più mirato per ogni atleta”.

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