Si è svolta nella sede AIA di Viterbo una riunione tecnica con l’assistente arbitrale Matteo Passeri, della sezione di Gubbio.

“L’AIA è una grande famiglia, mi ha trasmesso dei Valori.” Così ha esordito Matteo Passeri, rivolto ai colleghi viterbesi, raccontando anche la sua storia personale e la carriera arbitrale.

“Ho iniziato a fare l’arbitro a 15 anni, nel 1991 – ha proseguito – mio padre Elvio, che era il presidente della sezione AIA di Gubbio, era scomparso da poco tempo, aveva appena 41 anni. Questo lutto mi ha fatto riflettere e capire tante cose. Ho voluto seguire la sua passione e dentro l’associazione ho trovato una famiglia che mi ha fatto crescere come uomo e come atleta. Nel 2008, dopo aver arbitrato fino alla serie C, ho deciso di transitare nel ruolo di assistente arbitrale. Ho vissuto gare importanti, ho girato il mondo e visto da vicino grandi campioni di calcio.

Per questo dovete porvi sempre degli obiettivi e dare tutto per raggiungerli -ha detto Passeri ai giovani colleghi – datevi delle priorità sul terreno di gioco e fuori. Metabolizzare l’errore durante una gara e non farsi condizionare è fondamentale per crescere. Non si arbitra una partita da solo – ha proseguito – occorre fare squadra, l’arbitro e gli assistenti devono essere affiatati. Prima di una gara occorre studiare la classifica delle squadre, raccogliere più notizie possibili sulla partita per essere preparati. Importanti sono anche la comunicazione con giocatori e dirigenti – ha concluso – e l’allenamento costante.”

Al termine della riunione, il presidente della sezione AIA di Viterbo, Luigi Gasbarri, ha consegnato all’assistente arbitrale un oggetto ricordo ed è stato ricambiato con una maglietta di Matteo Passeri che verrà esposta nei locali della sezione.