Si è conclusa la V edizione della Venice Hospitality Challenge, considerata a giusto titolo il Gran Premio velico della Città di Venezia, con la vittoria Overall e in Classe 1 di Spirit of Portopiccolo – Ca’ Sagredo.
L’imbarcazione timonata da Furio Benussi, coadiuvato dal fratello Gabriele, ha preso il comando della flotta fin dalla partenza, lungo un percorso mai così ricco di suggestioni, dominando anche il tratto finale lungo il canale della Giudecca, fino al traguardo.
Così Furio Benussi al termine della regata “E’ stata una bellissima vittoria, all’inizio sembrava scontata invece Way of Life ci ha dato del filo da torcere fino all’ultimo bordo, ma l’equipaggio si è mantenuto concentrato, siamo felici di essere i defender anche per la prossima edizione”.
Soddisfatta anche Lorenza Lain – General Manager di Ca’ Sagredo Hotel “Abbiamo vinto per la terza volta consecutiva, la seconda con Spirit of Portopiccolo, io e lo staff di Ca’ Sagredo siamo veramente soddisfatti per questo risultato, in una manifestazione molto importante per tutta la Città di Venezia”.
Mirko Sguario ideatore della Venice Hospitality Challenge “Siamo giunti già alla V edizione di questa manifestazione unica dello Yacht Club Venezia, una realtà giovane che si sta imponendo con la realizzazione di eventi molto diversificati per tipologia, che mirano ad attirare l’attenzione su Venezia e sulle sue straordinarie potenzialità. La VHC rappresenta senza dubbio il fiore all’occhiello delle manifestazioni veliche della Serenissima per il suo concept unico e quest’anno ringraziamo in particolare modo il Dott. Riccardo Bonadeo, Commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda, unitamente a Mauro Pelaschier per l’impegno profuso nel progetto One Ocean a tutela dei mari, progetto etico di portata internazionale che deve essere per noi tutti un esempio da seguire”.
Secondi al traguardo Way of Life – The Gritti Hotel timonata da Gaspar Vincec e terzo assoluto al traguardo, primo di classe 2, Pendragon VI – Hilton Molino Stucky timonato da Lorenzo Bodini.
Quest’anno la Venice Hospitality Challenge ha visto gareggiare dodici famosi Maxi Yacht abbinati all’hôtellerie veneta di lusso: The Gritti Palace, a Luxury Collection Hôtel, Venice; Ca’ Sagredo Hôtel; Hôtel Danieli, a Luxury Collection Hôtel, Venice; SINA Centurion Palace; Hilton Molino Stucky Venice; Belmond Hôtel Cipriani; Hôtel Excelsior Venice Lido Resort; Palazzina; The St. Regis Venice, JW Marriott Venice Resort & Spa e Hôtel Almar Jesolo Resort e Spa.
In prima mondiale un’auto in laguna
Il percorso 2018 è stato particolarmente ricco di suggestioni. Dopo la partenza data dal Presidente del Comitato di Regata Gianfranco Frizzarin davanti a Punta della Salute, scandita dai getti d’acqua di un rimorchiatore durati quattro minuti, i sessanta secondi precedenti lo start sono stati evidenziati dal suggestivo alza remi della Reale Società Bucintoro. Le imbarcazioni, ormeggiate al Marina Santelena, sono partite in direzione Lido e hanno quindi girato la boa di Sant’Elena per tornare verso il bacino di San Marco, dove li attendeva una boa di disimpegno davvero inconsueta: per la prima volta nella storia dello yachting mondiale, la boa di percorso era costituita da un’auto, una Audi Q8 Mild Hybrid, ormeggiata su un pontone galleggiante che le imbarcazioni hanno girato prima di arrivare al traguardo.
Alla regata ha partecipato anche New Zealand Endeavour, vincitrice della Whitbread Round the World Race 1993–94 con Grant Dalton, timonata per l’occasione dal quattordicenne campione del mondo Optimist 2017-2018 Marco Gradoni che si è misurato tra gli altri anche con Mauro Pelaschier, nato quando ancora la plastica non esisteva.