SuperNews ha intervistato Stefano Travaglia, tennista di Ascoli Piceno 73esimo nel ranking ATP. Travaglia è stato ospite ai nostri microfoni, dove ci ha raccontato in che modo é nato l’amore per il tennis e i suoi traguardi più significativi. Inoltre, il giocatore ci ha aggiornato sulle sue condizioni fisiche, che lo hanno portato a rinviare la partita prevista per oggi del torneo ATP di Sofia contro Basilashvili.
Come nasce la passione per il tennis?
La mia passione per il tennis nasce grazie a mia madre Simonetta e a mio padre Enzo. Entrambi maestri di tennis nazionali, lavoravano nel circolo tennis di Ascoli Piceno “La Mondadori”. Qui, all’età di 7-8 anni, ho iniziato a tirare le prime palline per divertimento. Mano a mano che passavano gli anni, mi appassionavo sempre più. Ho praticato anche altri sport, quali il basket e il calcio, ma, essendo sport di squadra, non mi appassionavano tanto quanto il tennis. Fino all’età di 13/14 anni, ho giocato a tennis per puro divertimento, per poi gradualmente avvicinarmi al professionismo, iniziando a disputare gare nazionali e internazionali. E’ grazie ai miei genitori che mi sono avvicinato a questo sport: mi hanno trasmesso una grandissima passione, che sicuramente è stata la chiave fondamentale per raggiungere gli obiettivi conquistati da quando ho iniziato il percorso professionistico fino a oggi.
La partita contro Basilashvili del torneo ATP di Sofia è stata rinviata a causa del tuo problema al gomito. Che tipo di infortunio è? Credi di poter recuperare in tempi brevi?
Sì, esatto. La partita contro Basilashvili in programma per oggi alle ore 12.00 è stata cancellata a causa di un mio piccolo problema al gomito. Si tratta di una leggera infiammazione, che sicuramente con qualche giorno di riposo e terapie passerà. Non essendo al 100% della condizione, per precauzione io e il mio team abbiamo deciso di non scendere in campo per disputare il match.
Hai esordito in ATP Cup con l’Italia. Quali sensazioni hai provato?
L’ATP Cup è stata la mia prima nuova manifestazione sportiva del 2020. Sono stato molto contento della convocazione in Nazionale, perché mi è stata concessa l’occasione di disputare una competizione del tutto nuova e perché ho avuto la possibilità di tenere alti i colori sia della mia nazione sia quelli della mia città, Ascoli Piceno.
Hai raggiunto il tuo miglior risultato in uno Slam importante come il Roland Garros. Inoltre, nello stesso torneo, hai affrontato Rafa Nadal. Cosa si prova a sfidare il “re della terra” a Parigi?
Sì, quest’anno ho raggiunto per la prima volta il terzo turno nello Slam parigino Roland Garros. E’ stata un’edizione particolare, dovuta alle tante restrizioni a causa del Covid19, ma allo stesso tempo molto bella, perché sono riuscito a sfidare sul campo centrale Rafael Nadal, “il re della terra rossa” di Parigi. All’inizio del match ero emozionato, non posso nasconderlo. Infatti, sono subito andato sotto di 3 giochi. Entrando nel vivo dell’incontro, poi, sono riuscito a trovare ritmo di colpi e soprattutto forza mentale per non farmi sovrastare dall’avversario. Alla fine, ne sono uscito sconfitto per 6-1, 6-4, 6-0, un risultato severo, ma non se di fronte hai Rafael Nadal sul centrale di Parigi. E’ stata un’esperienza unica, che mi ha aiutato a capire moltissime cose, soprattutto quanto duro ancora devo lavorare per poter un domani, magari, raggiungere i giocatori top della classifica.
A Roma hai avuto un ottimo rendimento, battendo anche un giocatore come Coric. Agli ottavi, Matteo Berrettini ha avuto la meglio in una partita molto equilibrata, finita 7-6, 7-6. Hai dei rimpianti legati a quel match e, in generale, a quella particolare competizione?
Credo che giocare al “Foro Italico” di Roma sia il sogno di ogni piccolo tennista italiano. Lì, quest’anno ho raggiunto il mio miglior piazzamento rispetto agli anni passati, in cui mi ero spinto fino alla qualificazione del tabellone principale per poi uscire sconfitto al primo turno. Fin dal primo turno, contro l’americano Fritz, mi sono sentito molto bene fisicamente e tennisticamente, riuscendo a gestire in maniera lucida i momenti importanti e chiudendo in soli due set i due match contro Fritz e Coric, entrambi tennisti top 30 ATP. Raggiunto il terzo turno, mi sono trovato di fronte al mio amico Matteo Berrettini, tennista top 10 ATP, in una partita che, secondo me, avrei potuto girare a mio favore se solo avessi portato a casa il tie break del primo set. Per tutta la durata del secondo set, che ho perso 7-6, sono stato sempre in difficoltà e faceva gioco solo lui.
Il tuo torneo preferito?
Il mio torneo preferito è proprio quello di Roma, il sogno che avrei voluto realizzare fin da quando ero bambino. Se devo scegliere un torneo preferito tra i Grandi Slam, scelgo senza dubbio Wimbledon.
Se dovessi scegliere uno degli avversari più forti contro cui hai giocato, chi sceglieresti?
Sceglierei Rafa Nadal altre mille volte per provare a vincere contro di lui, anche se so che si tratta di qualcosa di molto difficile… (Ride).
Cosa si prova a giocare in questa situazione di emergenza sanitaria?
Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale. Viaggiare sta diventando difficile, a tratti impossibile, però è così per tutti noi giocatori. Cerchiamo di programmare le trasferte al meglio, in sicurezza, tentiamo di migliorarci giorno dopo giorno e di dare il massimo ogni volta che scendiamo in campo.
Obiettivi per il 2021?
L’obiettivo che mi sono prefissato per il prossimo anno è quello di entrare nella top 50 ATP.
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