SuperNews ha intervistato Sonia De Biase, ex pugile e prima donna professionista a disputare un match in Italia, che ha fatto il punto sull’attuale momento della boxe nostrana.

Sonia, sei stata la prima pugile donna professionista a disputare un match ufficiale in Italia, nel 2001, ad Umbertide. In 20 anni com’è cambiato il movimento?
Il movimento è cambiato assolutamente in meglio e sta continuando ad evolversi. Merito soprattutto delle crescenti adesioni al femminile: sono sempre di più le donne che si affacciano alla nobile arte del pugilato e che, cosa non da poco, stanno ottenendo ottimi risultati. Un orgoglio per me essere parte di questo sport.

Esattamente un anno fa, lo scorso luglio, alle Olimpiadi a Tokyo, è arrivata la prima storica medaglia olimpica al femminile grazie ad Irma Testa: un acuto solitario o pensi che già nella prossima edizione di Parigi, nel 2024, ci si possa aspettare un’Italia competitiva anche nelle altre categorie?
Nonostante le sole 4 atlete portate alle Olimpiadi, siamo riusciti a conquistare uno storico bronzo con Irma Testa e sono convinta non resterà un acuto solitario. La base è solida e ci sono ragazze di talento che possono spiccare davvero il volo: una di queste è senza dubbio Giordana Sorrentino, fresca vincitrice di una grandissima medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo. Una pugile tecnicamente fenomenale, quasi imbattibile. Il suo tallone d’Achille, fino a prima dell’oro di Orano, era legato alla difficoltà di gestire i grandi eventi dal punto di vista psicologico. Stesso neo che aveva inizialmente caratterizzato anche la carriera di Irma Testa, ma che, per sua fortuna, ora è solo un ricordo. Le Olimpiadi di Parigi 2024 ci daranno belle soddisfazioni: speriamo solo che i giudici non facciano come a Tokyo quando sono state favorite in maniera clamorosa le ragazze locali.

Parlando sempre di Olimpiadi, c’è stato un altro risultato storico, ma negativo: gli uomini, sono rimasti a bocca asciutta per la seconda edizione consecutiva (Tokyo e Rio): quale credi siano le ragioni di questa debacle?
Il problema principale degli insuccessi nelle ultime 2 edizioni delle Olimpiadi è legato ai tecnici italiani che hanno guidato male i ragazzi e non hanno saputo stimolarli al meglio. Non a caso, lo staff della Federazione è stato cambiato, perché ci si è accorti – forse tardi – che negli ultimi anni mancava un vero punto di riferimento, una guida capace di far performare i nostri pugili al meglio. Fortunatamente lo scorso anno è rientrato tra i tecnici della Nazionale Patrizio Oliva – grandissimo allenatore e grande ispiratore – e i risultati già si vedono. Con ancora 24 mesi di preparazione in vista delle Olimpiadi, sicuramente anche gli uomini torneranno a darci soddisfazioni in termini di medaglie.

Tornando a te, obiettivi per il tuo futuro?
Attendo la luce verde per un ampio spazio a Milano da dedicare esclusivamente ad una palestra di pugilato. Work in progress e dita incrociate.

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