Mettere il primo battitore della ripresa in base non sempre è produttivo. Di solito consente ai manager di costruire gioco sulle basi; in alcuni casi porta al nulla totale. È questa una parte del cliché che si sviluppa nel corso dello spareggio playoff tra Pianoro e Rheavendors Caronno. Fin da subito, fin dal primo battitore, del primo attacco di entrambe le squadre, che va in base ma non prosegue. Merito di pedane di lancio (come in gara uno i partenti sono Stella Turazzi e Silvia Durot) estremamente solide e di difese veramente impenetrabili, molto precise e, in alcuni casi, anche spettacolari. Difficoltà maggiori le hanno gli attacchi, che non riescono a produrre, forse anche troppo spesso avviluppati in una frenesia di gioco che risulta essere scarsamente utile alla causa. Resta il fatto che la partita decisiva, per darsi una possibilità di continuare a giocare e affrontare nella semifinale scudetto l’Inox Team Saronno, è piacevole e ben giocata, tra due squadre che hanno dimostrato in tutta a serie di equivalersi per caratteristiche di gioco, qualità di gruppo e individuali. L’equilibrio ha caratterizzato gara 1 e gara 2 ed è stato il fil rouge anche di gara 3. Alla fine a vincere (2-1) è la Rheavendors Caronno che, trascinata da una grintosissima Melany Sheldon, capace di fare la differenza sia in attacco, sia come interbase.

Detto tutto questo il Pianoro può essere soddisfatto di aver lottato ad armi pari fino alla fine; al settimo attacco la squadra di Marina Centrone è stata comunque capace di mettere Chiara Margareci (singolo rimbalzante, questa volta impossibile da bloccare anche per ragno Sheldon) e Giulia Ferrari (texas a scavalcare Beatrice Salvioni) in base, trovandosi con corridori agli angoli e un solo out. Ma nonostante la volontà e l’impegno non si può certo dire che la fortuna abbia assistito le bolognesi: anche in questo caso la dimostrazione arriva proprio all’ultimo attacco quando, da lead-off, Stella Turazzi era stata eliminata al volo da Silvia Durot su una tremenda linea che, se non bloccata, avrebbe dato al settimo attacco delle padrone di casa un volto completamente diverso. Invece, dalla situazione di cui sopra, di corridori agli angoli e un solo eliminato, con una volata di sacrificio al centro di Eva Trevisan, il Pianoro non è riuscito ad andare oltre il punto della bandiera, fermato da un altro birillo per l’ultimo out di Silvia Durot, capace di lanciare una complete-game.

Il Caronno era passato in vantaggio (nella parte alta della quinta ripresa) comunque proprio grazie ai giochi sulle basi e all’aggressività dei suoi corridori e delle scelte del proprio manager, Argenis Blanco, sempre molto fantasioso nella conduzione della gara. È stata una partita giocata in maniera irreprensibile da parte di entrambe le squadre e casi come questo è sempre l’episodio a cambiare l’ordine delle cose: la prima marcatura del Caronno, infatti, era arrivata grazie a una palla mancata di Chiara Margareci (catcher del Pianoro) che, con prima e terza occupate, ha consentito a Rebecca Caldon di tuffarsi sul piatto. Poco dopo era arrivato anche il secondo punto, che Melany Sheldon ha segnato grazie a un doppio di Chiara Ambrosi sulla quale, probabilmente, con due out e prima libera, il Pianoro avrebbe potuto “togliere” la mazza con una base intenzionale. Ma la storia della partita non può essere fatta con le ipotesi di cosa sarebbe successo se le scelte fossero state diverse. Pianoro lascia il palcoscenico e Caronno va avanti e nel derby della “varesina” con Saronno saranno certamente altre battaglie.

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