“Diciamo si alla legge Olimpica, ma non nascondiamo un certo rammarico nel constatare che la maggioranza ha perso l’occasione per dare maggiore rappresentanza e risorse allo sport di base”. Lo ha detto in aula a Palazzo Madama il senatore della Lega Claudio Barbaro. “Sorprende il no ai nostri emendamenti che avrebbero sanato questo vulnus: avremmo inserito un rappresentante nel consiglio olimpico, avremmo garantito una rappresentanza allo sport di base, al quale sarebbero stati assegnati anche parte degli utili della manifestazione. Continueremo a batterci per tutto questo: la Lega vuole dare la giusta dignità e nuovo protagonismo a chi dalla mattina alla sera eroga, in assenza dello Stato, tutti i servizi che avvengono in campo sportivo”.
Al Senatore Claudio Barbaro e Presidente di ASI, Associazioni Sportive e Sociali Italiane, ha risposto Matteo Salvini (leader della Lega): “L’idea che i grandi eventi – Olimpiadi comprese – contribuiscano a finanziare lo sport di base, educativamente fondamentale, mi trova pienamente d’accordo. Lo sport – e l’economia che genera – è in uno stato di crisi. Il concetto stesso di sport, così come inteso fino ad oggi, è in forte pericolo. Per l’assenza di provvedimenti chiari ed efficaci, da parte del Governo, in questo periodo emergenziale. Le discipline che attirano maggiori investimenti e i grandi eventi devono partecipare al sostentamento della pratica di base, quella che contribuisce a formare i campioni del futuro. E lo Sport di Base, oggi, è in grave pericolo a causa dell’emergenza protrattasi e per i provvedimenti insufficienti del Governo. Anche molti degli impianti sportivi rischiano la chiusura. Oggi serve una vera e propria rivoluzione culturale: lo sport cosiddetto di base è praticato da venti milioni di italiani è un presidio per la salute e il benessere. Ove fosse abbandonato al suo destino e non considerato prezioso e complementare allo sport professionistico, arrecheremmo un danno incalcolabile non solo a un comparto virtuoso che muove anche quasi il 2% del PIL, 4 considerando l’indotto, ma anche allo stesso sport di vertice che, senza una rete di formazione ampia come quella presente nel nostro Paese, sarebbe fortemente depauperato”.

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