Alessandro Ippoliti
Alessandro Ippoliti

Pochi giorni e poi sarà il momento del concentramento “centrale” della Coppa Italia targata Lega Italiana Rugby Football League (Lirfl). L’appuntamento è infatti fissato per il 4 febbraio a Roma e tra le squadre partecipanti ci saranno anche gli Usag, compagine formalmente capitolina, ma composta da ragazzi anche di fuori regione come spiega Alessandro Ippoliti, capitano della Nazionale e uno dei giocatori più rappresentativi di questa squadra. «Gli Usag contano su diversi elementi che, come me, sono stati ai Gladiators. Ma poi ci sono alcuni giovani ragazzi provenienti da diverse società romane di rugby union e anche un gruppetto di ragazzi proveniente dall’Abruzzo. Insomma si tratta di una formazione piuttosto variegata nella sua composizione».

Il capitano azzurro, seconda linea classe 1982, chiarisce quali saranno gli obiettivi degli Usag in questa Coppa Italia. «La squadra è di buon livello, ma sfrutteremo questa competizione per far fare esperienza ai nostri elementi più giovani. Ci sono ragazzi interessanti che rischierebbero di essere un po’ “bruciati” se lanciati in campionato senza una dovuta preparazione e la Coppa Italia può essere sicuramente un’occasione buona per vederli all’opera in una competizione ufficiale». Questo non significa che gli Usag faranno una “scampagnata” il prossimo 4 febbraio e non a caso, nonostante le difficoltà organizzative di “riunire” i vari elementi che compongono la rosa, la squadra ha già sostenuto specifiche sessioni di allenamento di rugby league. «Ci teniamo a fare bene e ci faremo trovare pronti» ribadisce Ippoliti, uno dei veterani di questa disciplina che sta prendendo sempre più piede in Italia grazie alla proficua opera della Lirfl. «Ho cominciato a fare questo sport sei anni fa e da allora sono stati fatti notevoli passi in avanti. All’inizio si giocava solo il campionato e le squadre erano poche, ora il movimento si è allargato a macchia d’olio in diverse zone d’Italia e pure la Coppa Italia è molto partecipata. Mi fa piacere ricordare che proprio dal gruppo dei Gladiators (cinque volte di seguito campione d’Italia prima delle ultime due stagioni in cui hanno vinto Gran Sasso e Reggio Calabria, ndr) sono usciti dei giocatori che hanno poi promosso nelle loro regioni d’origine questa disciplina e così si è arrivati al buon livello attuale» conclude Ippoliti.

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