“Tutte le attività ludico-ricreative-sportive organizzate presso le Strutture Scolastiche nell’ambito dei Centri Sportivi Municipali rientrano di diritto tra i servizi alla persona e dunque gli enti locali hanno l’obbligo di erogarli. Roma Capitale riconosce alle attività sportive una forte valenza sociale e culturale volta a favorire l’inclusione, il contrasto all’emarginazione e il benessere psicofisico che si traduce anche in un contenimento dei costi sanitari e, più in generale, in un miglioramento della qualità della vita. Per sostenere e rilanciare il comparto abbiamo sentito l’urgenza oggi di avviare un tavolo di confronto fra tutte le istituzioni e le organizzazioni coinvolte al fine di risolvere le criticità più evidenti in un settore che continua a pagare le conseguenze dell’emergenza sanitaria da Covid-19, a partire dalla revisione del vigente Regolamento dei Centri Sportivi Municipali e l’emanazione di un Avviso Pubblico unico e coordinato che abbia valenza su tutto il territorio di Roma Capitale”. A parlare il Presidente della Commissione Capitolina Sport, Ferdinando Bonessio aprendo i lavori dell’incontro organizzato dalla Presidenza della Commissione Capitolina Sport in collaborazione con il coordinamento dei Rappresentanti degli Osservatori municipali ASD/SSD dal titolo “Centri sportivi municipali, una risorsa per Roma: dalla revisione del Regolamento all’Avviso Unico”.

“Il vigente Regolamento per i Centri Sportivi Municipali, più volte modificato e integrato, assimila l’Amministrazione Comunale alla “Stazione Appaltante” e le Associazioni Sportive Dilettantistiche a “Enti Commerciali” che partecipano all’aggiudicazione della gara d’appalto, andando di fatto ad applicare il Codice degli Appalti anche all’affidamento delle Strutture Sportive Scolastiche per l’organizzazione del Servizio Sociale Sportivo dei Centri Sportivi Municipali. Oltre ad essere del tutto ingiusto equiparare l’affidamento in uso orario delle Strutture Sportive Scolastiche ad un appalto per costruire una infrastruttura pubblica o aggiudicarsi un lotto milionario, la mancanza di un testo unico ha prodotto anche l’applicazione diversificata della normativa nei 15 Municipi sulla base di criteri che nulla hanno a che fare con la qualità del servizio, la professionalità del proponente, l’esperienza acquisita, la continuità didattica. Ricordo – dice Bonessio- che le attività organizzate nell’ambito dei Centri Sportivi Municipali sono gestite dalle Associazioni Sportive Dilettantistiche in regime di sussidiarietà, in nome e per conto di Roma Capitale. Sostenere, promuovere e ampliare l’offerta di questi Centri rappresenta un dovere per l’Amministrazione che si tramuta in un vantaggio, di natura sia economica che sociale, per l’interno comparto dei servizi garantiti ai cittadini. Ma per far fronte alla crisi del settore determinata dal calo delle iscrizioni causata dalla crisi economico-finanziaria delle famiglie e da una comprensibile prudenza nel riprendere la quotidianità della vita sociale pre-pandemia, la richiesta che arriva dagli operatori del settore è una drastica riduzione della quota dei “diritti d’uso orari” delle strutture sportive scolastiche già per il corrente anno, e l’erogazione di “buoni sportivi” (voucher), da spendere nei Centro Sportivi Municipali, in favore di minori di famiglie a basso reddito, di minori di famiglie rifugiate da eventi bellici e di soggetti fragili. Inoltre, le Associazioni Sportive Dilettantistiche chiedono l’applicazione del Decreto Sostegni Bis che ha prolungato tutte le gestioni in scadenza al 2025 per limitare i danni provocati dalla pandemia. Come Amministrazione, e in qualità di presidente della Commissione Sport, lavoreremo affinché le Associazioni affidatarie non debbano sospendere le loro attività, come purtroppo già accaduto in alcuni casi, e possano continuare a garantire il servizio. Così come unanime deve essere l’impegno, sia a livello di Amministrazione Centrale sia dei Municipi, a destinare maggiori fondi al recupero del patrimonio sportivo scolastico che, a causa dell’insufficiente manutenzione, troppo spesso versa in condizioni di inagibilità. Per realizzare questi interventi, da effettuare in via prioritaria durante il periodo estivo in modo da garantire il prosieguo dell’attività curriculare di Educazione motorio-sportiva e l’attività dei Centri Sportivi Municipali, l’attuale Amministrazione ha programmato nell’ultima approvazione del Bilancio Comunale e con la partecipazione ai bandi del PNRR numerosi interventi di risanamento negli istituti scolastici, che purtroppo non sono ancora sufficienti e non corrispondono ai reali bisogni. Per l’immediato futuro è inoltre opportuno pensare alla possibilità di presentare progetti per realizzare strutture sportive attraverso il Partenariato Pubblico Privato. Nell’immediato i Municipi devono avviare un monitoraggio delle strutture sportive scolastiche non utilizzate e attivare “Avvisi Pubblici ponte” per ampliare l’offerta sportiva per gli anni scolastici del prossimo triennio.

Ma nessuno di questi obiettivi potrà essere raggiunto in assenza di dialogo. Roma Capitale, il Ministero dell’Istruzione, il CONI, il CIP, gli Enti di Promozione Sportiva e i Rappresentanti delle ASD/SSD devono tornare a “parlarsi” costruendo, attraverso sinergie concordate per perseguire lo sviluppo della pratica e della cultura sportiva. Solo attraverso il confronto con l’Ufficio Scolastico Regionale sarà possibile rivedere il fenomeno dell’affidamento “diretto” delle palestre da parte dei Dirigenti Scolastici alle Associazioni Sportive senza il coinvolgimento del Municipi. Potrebbe inoltre essere proprio compito dell’Osservatorio Capitolino procedere all’adozione di un nuovo modello di “Disciplinare di affidamento” concordato tra le parti e predisporre un “Protocollo unico di sicurezza sanitaria” per la gestione dei Centri Sportivi. In aggiunta è auspicabile aprire anche un tavolo interistituzionale dando vita alla “Consulta dello sport di base a Roma”, strumento di partecipazione e consultazione previsto dallo Statuto del Comune di Roma”.

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