Fino  a lunedì 1° novembre, nel borgo medievale di Barbarano Romano, in provincia di Viterbo, “Il senso di un paese”, la terza edizione del festival antropologico e sociale dedicata ai piccoli centri abitati e al loro potenziale culturale che si svolge nel cuore del Parco Regionale Marturanum.

Il festival organizzato dal Comune di Barbarano Romano con l’Associazione Barbarano Cultura e il Parco Regionale Marturanum, prevede una tre giorni dedicata a proiezioni, incontri letterari, passeggiate archeologiche e incursioni musicali. Coordinatore della manifestazione il regista Gianfranco Pannone.

A cosa servono i paesi nel mondo globalizzato? – si chiede Pannone che, a nome del gruppo organizzatore della manifestazione, dice – Servono a riconnetterci con il mondo reale. In un paese saluti le persone per strada, in un paese sai chi nasce e chi muore, in un paese hai la Natura a portata di mano. Credo che dopo i difficili giorni del covid sia importante riappropriarsi di queste cose, si tratta di una scelta anche etica. Il nostro progetto, giunto alla terza edizione, prova a ridare, appunto, un senso ai tanti paesi che rischiano di essere dimenticati da noi cittadini frettolosi e superficiali, ed è così che quest’anno abbiamo voluto come ospite d’onore il poeta Franco Arminio, che canta la sua terra, l’Irpinia d’Oriente, e soprattutto la vive da dentro, concretamente e poeticamente, parlando a tutti noi”

La sera di sabato 30 ottobre, ad aprire il festival, per “Etruria giallo-horror” la proiezione de L’Etrusco uccide ancora (1972) di Armando Crispino, un vero e proprio cult, oggi quasi invisibile, che all’epoca ebbe un enorme successo di pubblico. Tratto dal un romanzo dello scrittore inglese Bryan Edgar Wallace, è un thriller archeologico, anticipatore di alcune tendenze del cinema giallo/thriller degli anni successivi e modello per molti cineasti dell’epoca. Il film fu girato anche nel viterbese tra Cerveteri e Tarquinia, oltre che a Spoleto, Montefiascone e Frascati. Il film sarà anticipato da un’introduzione sul mondo etrusco tra mistero e mistificazioni e sulla Tuscia esoterica con il regista Alberto Gangi Chiodo, e con la Direttrice del Museo delle Necropoli rupestri Maria Rosa Lucidi.

A fare da location per la proiezione e gli incontri successivi la chiesa, oggi sconsacrata, di Sant’Angelo a Barbarano Romano, eretta nel borgo alla fine del XIII secolo.

La proiezione de L’Etrusco uccide ancora sarà preceduta alle 18.30 da due corti di Gianpaolo Rossi e dal reading estivo con Elisa Giovannetti per la regia di Gianfranco Pannone. A seguire alcuni estratti video a cura di Gianfranco Pannone dalla mostra di Jan Mark “Il re che scavava”.

Domenica 31 ottobre l’attenzione sarà rivolta all’archeologia con la visita della tomba Margaret, scoperta dagli archeologi svedesi coordinati dal Re Gustavo VI di Svezia alla fine degli anni ’50. Una tomba suggestiva, ritrovata praticamente intatta, completa di un ricco corredo funerario, attribuibile al periodo che va dal VII al VI secolo a.C.

Si proseguirà nel pomeriggio alle 16.00 con pillole di storia locale a cura di Matteo Fortuna e, dalle 16.30 con “W l’editoria di territorio!” che prevede un incontro sull’attività dei piccoli editori della Tuscia, con Davide Ghaleb e Pierpaolo Serone di Archeoares Edizioni. A seguire presentazione del libro di Renato Ferraro di Silvi e Castiglione, “A misura d’ambiente” (Ed. All Around) e un reading del poeta siciliano Francesco Maccarrone.

Alle 18.30, alla presenza del Sindaco Rinaldo Marchesi e del gruppo organizzativo del festival, il Premio gli “Amici di Barbarano e della Tuscia” presentato da Martina Buzzichini.

La serata terminerà alle 20.45 con le incursioni musicali degli Uaragniaun, gruppo proveniente dalle Murge, composto dalla grande interprete Maria Moramarco, Luigi Bolognese e Silvio Teot, che porteranno un pezzo di Sud fatto di suggestive e canzoni popolari.

Lunedì 1° novembre alle 10.30 visita alla chiesetta di Sant’Antonio, nei pressi di Barbarano dove si terrà un incontro sull’agricoltura sostenibile. Ospiti d’onore dell’evento di chiusura il poeta, scrittore e “paesologo” Franco Arminio, che chiuderà il festival alle 13.00 tra poesie, aneddoti e racconti a partire dalla sua terra, quell’Irpinia d’Oriente, che come la Tuscia, fa i conti con lo spopolamento e una condizione giovanile difficile.

Il festival è organizzata da Maria Cristina Locori, Raimondo Fortuna, Gianpaolo Rossi, Vittorio Sperandei e vede il coordinamento di Gianfranco Pannone.

La kermesse sarà arricchita da momenti eno-gastronomici nelle trattorie che animano la vita turistica del paese: La Pacchiona, il Ristorante Arcanum e l’area attrezzata del Caiolo.

L’ingresso degli incontri è libero fino ad esaurimento posti, secondo le normative anti-Covid c’è l’Obbligo di green pass negli spazi interni.

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