Antonello Ricci alla Notte europea della geografia, una iniziativa a cura del DISUCOM-UNITUS. Una passeggiata/racconto dedicata alla favolosa “cartografia” etrusca di Annio da Viterbo, partenza da Santa Maria in Gradi per raggiungere palazzo dei Priori. L’appuntamento è per venerdì 6 aprile, ore 19 sotto lo spettacolare portico gattesco

Di Antonello Ricci

Ho sempre avuto un debole per Annio da Viterbo. Forse anche perché, a ben guardare, alle radici del grande romanzo europeo degli Etruschi c’è proprio lui: con la sua enorme baia di una Viterbo sacra capitale della Dodecapoli (Fanum Voltumnae) nonché faro irradiante per tutta la civiltà occidentale post diluviana (da Noè in qua: e scusate se è poco). Fantastico. Ma non vorrei ridurre Annio a barzelletta: perché, se da una parte i suoi apocrifi letterari e le sue false epigrafi ci permettono di “leggere” con maggior chiarezza di senso antropologico, di valore storico-culturale e di filologia fondativa quel fenomeno pittorescamente italiano più noto come localismo; dall’altra le sue ambizioni cosmogonico-teologiche ancora oggi ci parlano di un umanesimo fieramente anticlassico, eterodosso e sommerso, d’interesse assolutamente europeo.

Ecco perché quando dal DISUCOM-UNITUS mi hanno chiamato per invitarmi a questa Notte europea della geografia con uno dei miei racconti itineranti e pregandomi di fissare la punta del mio compasso proprio su Santa Maria in Gradi, ebbene ho pensato proprio a lui.

Annio che nel 1489, o giù di lì, di ritorno a casa dal suo lungo soggiorno genovese, in quanto domenicano, proprio a Gradi prese dimora. E proprio a Gradi, cattedratico ante litteram per conto del Comune, egli s’inventò quel ciclo di lezioni che “affatarono” i colti notabili cittadini entusiasmandoli a un culto amorevole (per quanto un tantino esagerato) per la storia cittadina. L’incantesimo affabulante di Annio si sarebbe protratto e tramandato, a mo’ di vero e proprio erudito culto, alle generazioni a venire. Almeno fino a quando, nel 1588 (Annio morto e sepolto da un pezzo), il segretario comunale Domenico Bianchi (anniano a denominazione di origine controllata), avrebbe assegnato al pittore manierista bolognese Baldassare Croce l’iconografia per la decorazione a fresco della splendida sala Regia di palazzo dei Priori. Sei quadri principali, fra cui tre (anzi quattro) affascinanti carte geografiche: nella prima Noè fonda la regione Etruria; nella seconda l’ingrandimento “fotografico” della Tetrapoli sacra (la futura Viterbo) con il Fanum Voltumnae; nel terzo, infine, la donazione di terre da parte di Matilde di Canossa al Patrimonio di San Pietro (più il dettaglio illustrativo del cosiddetto Editto del re longobardo Desiderio).

L’appuntamento è per le ore 19 di venerdì 6 aprile. Ai piedi del portico del tempio di Santa Maria in Gradi, dove rievocherò il ritorno di Annio nella sua Viterbo dopo decenni di assenza; imboccheremo poi porta Romana e scenderemo fino a piazza del Comune, per salire infine in sala Regia dove, con l’amico e collega storico dell’arte Fulvio Ricci, ai piedi degli splendidi affreschi, duetteremo giocando a riconoscere nella cartografia immaginaria ispirata alle favole anniane, i tratti salienti della sua “patafisica” storiografia.

Articolo precedentePesi, Urso: “Con questi Europei abbiamo scritto una pagina di storia”
Prossimo articoloVela, Europa Cup Laser, Ancona, si prosegue sempre nel segno di Edoardo Libri