libro luca
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Piace l’idea di Luca Pelosi – giornalista romano con spiccato senso del dovere che va oltre il saper scrivere di sport e sconfina nella capacità di macinare chilometri nelle corse su strada – legata a “Olimpiche”, libro scritto per riportare alla luce storie a cinque cerchi sconosciute o forse solo dimenticate. Il volume, presentato ieri nel corso della “Giornata nazionale dello sport”, non solo è un chiaro invito alla lettura, ma rappresenta anche il desiderio di voler restituire alla letteratura sportiva quella stessa dignità che viene elargita ad altri argomenti dello scibile umano. Scavalcato questo c’è da aggiungere che insieme all’autore c’erano Diana Bianchedi, due ori olimpici e oggi direttore della squadra legata alla candidatura di Roma 2024, e Giuseppe Gentile, bronzo olimpico a Città del Messico nel 1968; e con loro Cristina Chiuso, oggi delegato del Coni Lazio per la città di Roma e il giornalista Giorgio Martino. I cinque (autore e ospiti), moderati dal giornalista Massimiliano Morelli, nel corso della presentazione del libro hanno trattato argomenti di varia umanità… olimpica, mentre al termine della prima presentazione del libro griffato da Pelosi per “Edizioni della sera” (una prima presentazione veloce quanto intrigante per contenuti, ma soprattutto tutt’altro che compassata) l’autore ha dedicato attenzioni agli astanti con un “classico” univoco per chi scrive libri: la firma con dedica.

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