Neanche l’aitante Comunardo Niccolai sarebbe stato in grado di realizzare l’autogol di Ranocchia, difensore interista al quale mai l’acqua va per l’orto. Diciamo che quel gol nella sua porta è l’invidia di qualsiasi attaccante, perfino Cristiano Ronaldo mai è stato capace di infilare i sette metri e passa in maniera così stramba. Povera Inter, che continua a deludere, con buona pace di Luciano Spalletti e d’un patron cinese che, secondo la stampa, non è che se la stia passando bene. Altro che nababbo, nella Milano nerazzurra latitano i danè. In compenso la dea bendata pare essersi accorta del Milan, in ripresa con la cura del dottor Gattuso, mentre il diavolo rossonero inquadra nel mirino perfino un’insperata qualificazione Champions. Nella zona dell’aristocrazia europea c’è rientrata nel frattempo la Roma, che scavalcata la crisetta di campionato s’è ritrovata al terzo posto con tre vittorie di fila, inclusa l’ultima, con la squadra del palindromo Oddo. Poi, la Champions e il dual match andata-ritorno con lo Shakhtar Donetsk è altra storia, che analizzeremo dopo la sfida di ritorno. La vita è fatta a scale, c’è chi le scende e chi le sale, e così come alle pendici del duomo nella capitale se una squadra è rinata, l’altra sta andando a scartamento ridotto. In realtà vince la Lazio, trascinata da Immobile contro il Verona, che compie gli anni e si regala quota 22 nella classifica marcatori. Fuori dalla crisetta, insomma, la squadra di Inzaghi fantastica il controsorpasso alla Roma, mentre l’Inter spallettina scivola indietro e appare tutto, tranne squadra da aristocrazia europea.

Da urlo è la rimonta del Benevento col Crotone, da sonnolenza allo stato puro la vittoria del Bologna sul Sassuolo, da rabbia la sconfitta del Cagliari in casa del Chievo, da preventivare per una giocata vincente il pareggio esterno della Fiorentina, da giurarci il successo interno del Napoli sulla Spal, da crisi di nervi per i granata il successo della Juventus nel derby. Sipario sulla scelta di un ragazzo di ventisei anni che non è andato a giocare con la sua squadra per donare il midollo osseo utile per salvare una ragazza. Nel pianeta calcio dei millantatori, dei buffaroli, dei so-tutto-io, una scelta del genere meriterebbe il pallone d’oro.

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