di Efisio Collu
Scavalcate le beghe della Supercoppa disputata in Arabia Saudita e affidate le redini d’un calcio votato alla politica ai domatori del niente, si torna in Italia per un campionato esaltante, anche se nel fine settimana sono stati estromessi dal dialogo una Vecchia Signora e un povero diavolo, che disputano il posticipo per recuperare forze dalla sfida conquistata comunque dai bianconeri. Sugli scudi c’è l’Atalanta, che rifila un pokerissimo a domicilio al cospetto d’un Frosinone penultimo e malridotto. Partendo dunque dalla zona bassa della classifica c’è da applaudire il gol del momentaneo vantaggio felsineo in casa della Spal griffato da Palacio e quell’altra rete, la seconda, del momentaneo sorpasso dell’Empoli alla Sardegna Arena, roba che se le marcature fossero state prodotte da personaggio di tal nome si sarebbero scomodati gli storici pur di paragonare la chincaglieria di oggi all’argenteria del passato. Il Napoli fa il suo contro la Lazio, di simpatico per la banda di Simone Inzaghi c’è che al San Paolo segna core ingrato Immobile, napoletano doc, che rischia di rovinare la festa degli ancelottiani.

La gara più bella si gioca all’Artemio Franchi, le doppiette di Muriel e Qagliarella valgono il prezzo del biglietto e tanto basta per dire che la viola di Toscana ha azzeccato l’acquisto di gennaio e che ai vecchietti tipo Quagliarella non bisogna infastidirli, che poi il modo di castigare i portieri lo trovano sempre. L’Inter fa pari e patta col Sassuolo a San Siro, ma era nell’aria. E mentre il Parma sbanca Udine, la Roma mata il Torino dopo aver rischiato di cadere nei soliti errori dettati da paure e chissà cosa altro. Grazie al ragazzino Zaniolo, volto nuovo dell’italico football, acquistato per un soldo di cacio dai giallorossi. Bravura o colpo di fortuna? Ai posteri l’ardua sentenza, mentre alle pendici di Monte Mario comincia a girare un nuovo refrain: meglio nascere Monchi che fortunati. Capita l’antifona?

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