di Efisio Collu
Gli anticipi del sabato regalano tre nitide istantanee legate alla corsa verso l’Europa. L’Atalanta è la Dea più bella di sempre, batte fra le mura amiche il Genoa e percepisce che le manca ormai poco per agguantare un posto in zona Champions, giusto se facesse harakiri perderebbe tutto. La Fiorentina è in caduta libera e offre al Milan il lasciapassare per tentare di aggredire proprio la squadra di Gasperini per quel quarto posto importante come non mai ai fini dell’ingresso nell’aristocrazia continentale. La Lazio sbanca Cagliari e s’appresta a disputare la finale di coppa Italia consapevole del fatto che alzare il trofeo significherebbe, oltre alla certezza europea, dare un segnale forte a chi a inizio stagione pensava che la squadra biancoceleste fosse un bluff. Due gol dell’ex romanista Okaka salvano l’Udinese e affossano definitivamente il Frosinone, il Torino vince di rimonta contro il Sassuolo grazie alla resurrezione di Belotti, l’Empoli sbanca la Genova doriana, dove si salva l’onnipresente Quagliarella, ancora una volta in gol, di nuovo su rigore, il nono della stagione blucerchiata. E su rigore aveva pareggiato anche la Spal contro il Napoli, ma poi hanno vinto i partenopei e tutti a festeggiare la seconda piazza matematica della squadra di Carlo Ancelotti. Infine la sfida delle sfide, quel Roma-Juventus che riporta alla luce il gol di Turone, i centimetri, l’avvocato Agnelli e Dino Viola. Sempre. Finisce come nel peggiore degli incubi per la madama bianconera, sconfitta di misura col gol di Florenzi e dall’ex Claudio Ranieri. A volte anche i ricchi piangono.

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