Alla vigilia della più importante manifestazione sportiva internazionale Andrea Raffaelli è stato squalificato dalla Fipav.
Raffaelli, che si è qualificato per Tokyo come allenatore della coppia Rossi-Carambula, non potrà partecipare all’Olimpiade. Il motivo? L a sua società di beach volley ha organizzato un torneo per corsisti. Per la precisione Raffaelli, vice presidente AIBVC, è stato “condannato” a quattro mesi “per aver organizzato nella città di Cormano (MI), nei giorni 15 e 16 maggio 2021, i denominati Tornei GTA Beach Tour 2021, senza richiedere preventiva e obbligatoria autorizzazione della Fipav”.
Ma facciamo un passo indietro. Andrea a febbraio non era tesserato Fipav e faceva attività di allenatore all’interno della sua società di beach volley GTA di cui era presidente. I primi di marzo riceve la chiamata di Rossi-Carambula che gli chiedono di aiutarli a cercare la qualificazione olimpica. A marzo i ragazzi sono fuori da Tokyo e la qualificazione sembra quasi impossibile. Per partecipare al World Tour in Messico serve l’accredito perché il torneo per via del Covid-19 viene disputato in una “bolla” nella quale si può entrare solo se autorizzati. Per avere l’accredito la Fipav chiede ad Andrea di rinnovare il tesserino da allenatore e lui lo fa. Ma la Fipav non gli concede l’accredito per dissapori legati all’esperienza di Andrea come coach della nazionale femminile di beach volley. Andrea si rivolge direttamente alla FIVB che gli consente di accreditarsi, scavalcando di fatto l’ostruzionismo Fipav.
Rossi-Carambula con quattro tornei entusiasmanti conquistano la qualificazione per Tokyo, per Andrea, già olimpico da giocatore nel 2000 a Sydney, è il coronamento del sogno di una carriera: disputare le olimpiadi da allenatore vent’anni dopo.
Ma per la Fipav non va bene. Già a Sochi, quindi prima della qualificazione olimpica ottenuta a Ostrava, circolano voci nell’ambiente “azzurro” di “provvedimenti in arrivo”. provvedimenti punitivi che ricordano il trattamento riservato ai “dissidenti” dai regimi dittatoriali.
Quindi, con il “senno di poi”, sembra che “Raffa” sia stato “fatto tesserare” per poterlo poi squalificare, perché se non avesse rinnovato il tesseramento nessuno poteva squalificarlo e mettere in dubbio il suo diritto di partecipare al “sogno olimpico”.
Perché la Fipav lo ha squalificato? Qualunque sia la risposta la FederVolley ha colpito lo sport, lo spirito olimpico nella sua essenza più bella. Forse c’è ancora tempo per risolvere tutto questo. Speriamo ci siano ancora “uomini di buon senso” all’interno di una istituzione che sembra sempre più lontana dal suo scopo statutario primario, quello di “promuovere, potenziare, organizzare la disciplina dello sport della pallavolo, del beach volley e del sitting volley”.

 

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