Nonostante la crisi economica diffusa e lo spopolamento dei piccoli borghi e delle comunità montane, da qualche anno continuiamo ad assistere a un’inversione di tendenza: chi ha abbandonato i campi e i monti per andare alla ricerca di lavoro a valle o nelle città, ora torna nei luoghi che gli sono sempre appartenuti. Lo fa per ritrovare un’identità perduta e per offrire nuove opportunità a se stesso e al paese”. Scrive così Luca Calzolari, direttore della rivista del Club alpino italiano “Montagne360”, sul numero di gennaio, in questi giorni in edicola.

Un numero che si incentra proprio sulle nuove economie di montagna, che sempre più spesso investono sul turismo lento ed esperienziale, sui servizi alla persona, sull’allevamento e sulla produzione enogastronomica. Il tutto sposando modernità e antichi saperi, innovazione, tecnologia e solidarietà. Gli studiosi si stanno interrogando su questo lento ma continuo ripopolamento delle Terre alte, una migrazione qualitativa che porta a instaurare un rapporto più stretto con l’ambiente.

Sono diversi gli esempi raccontati nelle pagine della rivista: la storia di Weng (insediamento montano d’alta quota alla base del Monte Rosa, in Valsesia), recentemente ripopolata sia da discendenti delle popolazioni walser sia da “walser di adozione” provenienti da diversi Paesi del mondo. Tutti impegnati nella pastorizia, nell’agricoltura, nell’artigianato, nell’arte tradizionale e nell’ecoturismo.
Poi la Valle Soana (TO), teatro di uno studio dell’Università di Torino sulle filiere agricole e turistiche per valutarne la loro integrazione. Un’iniziativa che sta avendo come conseguenza la nascita di azioni in condivisione con gli attori locali, per valorizzare il territorio a partire dal patrimonio naturale e tradizionale.

Spazio poi alle nuove cooperative che stanno nascendo da nord a sud (con diversi esempi, soprattutto da Veneto e Abruzzo), la cui nascita sta avendo come conseguenza l’emanazione di leggi ad hoc in molte regioni (dalla Lombardia alla Basilicata): su questo tema focus sullaToscana, che ha stanziato quasi due milioni per le suddette cooperative di comunità, facendo così germogliare i semi della nuova economia, tra cibo, territorio, storia e inclusione.

L’editoriale del Presidente generale del Cai Vincenzo Torti torna sulla nomina dell’alpinismo a Patrimonio culturale immateriale Unesco, che ha visto un importante impegno del Club alpino nel processo di candidatura. Una nomina che sarà occasione del “rafforzamento della prevenzione rispetto ai rischi legati alla banalizzazione delle attività e dei luoghi in cui si svolge la pratica alpinistica e il rafforzamento preventivo nell’attenzione all’ambiente”.

M360 propone poi tre percorsi escursionistici per chi vuole ciaspolare con i bambini in Alto Adige (caratterizzati dalla comodità di accesso e dal basso grado di difficoltà tecnica e atletica), il racconto della scalata alla Torre Trieste (forse la cima più conosciuta del Gruppo della Civetta) lungo la via “Donnafugata”e l’intervista a Edo Bernascone, tornato da un viaggio in bicicletta durato un anno intero: 12mila chilometri attraversando l’Asia, dalla Mongolia al Libano, fino al ritorno in Italia passando per la Grecia.
Gli altri articoli hanno come tema la prima spedizione scientifica italiana in Antartide di cinquant’anni fa, i 120 anni di collaborazione scientifica tra CAI e Comitato glaciologico italiano per lo studio dei ghiacciai e una querelle giornalistica dei tempi della Prima Repubblica tra Palmiro Togliatti e l’allora direttore del Parco nazionale del Gran Paradiso Renzo Videssot sull’esistenza o meno delrifugio del Money. Per concludere, la traccia di un colloquio con il Past President del CAI Roberto De Martin, che svaria dalla storia degli Scoiattoli di Cortina ai giorni del quarantennale della spedizione italiana al K2, e un contributo sulle Dolomiti Bellunesi, tra alpinismo ed escursionismo lontano dalla celebrità e dai riflettori dei media.

Il portfolio fotografico di questo numero, intitolato “Tree Time”, è un racconto a più voci che sottolinea il ruolo centrale degli alberi nel contrasto al riscaldamento globale e che ribadisce l’importanza di un radicale ripensamento delle politiche di tutela e di rimboschimento.

Scienza, curiosità, attualità, cronache di nuove ascensioni e notizie dal mondo CAI completano come sempre il numero di gennaio, in tutte le edicole a 3,90 euro.

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