Dopo il successo de “Il castello di carta”, la prima guida letteraria di Salerno e della sua provincia (Marlin editore), già alla seconda edizione, Paolo Romano torna in libreria con un altro progetto editoriale innovativo: “Io, la Campania”, ovvero la prima autobiografia di una regione meravigliosa, anche questo per Marlin editore, la casa editrice fondata da Tommaso e Sante Avagliano. Il volume sarà presentato sabato 26 novembre 2022 alle ore 17.30 presso il Salone Bottiglieri della Provincia di Salerno, in via Roma. Dopo i saluti istituzionali del consigliere della Provincia di Salerno delegato alle Politiche Culturali, Francesco Morra e del consigliere della Provincia di Salerno delegato al Turismo, Pasquale Sorrentino, ne discuteranno con l’autore le giornaliste Barbara Cangiano e Monica Di Mauro e  l’attrice e scrittrice Brunella Caputo. Sarà presente l’editore Sante Avagliano.

Dalle prime popolazioni italiche ai giorni nostri. Preistoria, storia, cultura, arte, turismo, enogastronomia, tradizioni. Per la prima volta, in una narrazione emozionante e coinvolgente, una delle regioni più belle del mondo “si racconta” in prima persona. In un progetto originale, la Campania diventa una donna che dice di sé nella forma dell’autobiografia, aprendosi a ventaglio a tutte e cinque le sue province, considerate come altrettante figlie della propria famiglia. La forma diretta attraversa diversi registri: colto, divulgativo, storico, poetico, persino ironico. Non la solita guida, ma il memoir di una regione che è sintesi e icona dell’intero Mezzogiorno d’Italia; non un resoconto storico-turistico, ma il racconto diacronico e curioso di una terra antica.

È l’autoritratto che illustra il profilo più autentico della Campania, offerto al lettore come l’affresco narrativo di una figura femminile fascinosa. Di pagina in pagina, il libro offre innumerevoli aneddoti inediti o poco conosciuti sulla vita della Campania, delle sue tradizioni e dei suoi figli e figlie più celebri. “Proverò a raccontarmi, a mettermi a nudo parlando di me come nessuna terra ha mai fatto. Delle vénti regioni d’Italia sono, forse, la più baciata dalla fortuna. Di molte mie località si dice che Dio, mentre creava il mondo, si sia lasciato andare a un’eccezionale profusione estetica e vi abbia “colato” oltremisura la bellezza con il suo “divino mestolo”. Tanto che mi sorge il superbo sospetto che Dio sia campano…”: è l’incipit di un libro originale, dove Romano racconta con il suo stile, fatto di narrazione e verità storica, affabulazione e poesia. Un libro per tutte le età, interamente a colori, con una copertina d’artista, firmata dal ceramista Franco Raimondi che ha realizzato per l’occasione un grande piatto ove è raffigurata una sirena contemporanea: è una donna giovane che continua ad affascinare e gusta un caffè osservando il lettore.

“Sono cresciuto – spiega l’autore, Paolo Romano, con il mito dei documentari di Folco Quilici “L’Italia dall’alto”. Da bambino li rivedevo centinaia di volte, notte e giorno, e li ho poi recuperati da adulto, prima attraverso le repliche sulle emittenti private, poi come giornalista, quando ho avuto la fortuna di farmene inviare copia in dvd da Quilici, durante un nostro incontro. Di quei filmati mi piace tutto: il testo letterario e aulico, firmato da grandi scrittori, la voce gracchiante dell’epoca, le immagini di un territorio ancora aspro e selvaggio. Avendo a riferimento la mia regione e considerando il motto che mi sono prefissato – scrivi i libri che ti piacerebbe leggere – mi sono lanciato nell’ardua impresa di raccontare in prima persona la Campania. Volevo mettere su carta la sua autobiografia, lavorando in particolare sulla bellezza e la ricchezza culturale di una terra incomparabile. Anche nel mio caso è un volo compiuto sulle ali di un aeroplano affettivo: sarebbe stato impossibile contemplare tutto, sono andato alla ricerca di aspetti inediti, mitici, storici e geografici poco o meno conosciuti”.

Al termine della presentazione di sabato ci sarà una degustazione di pane etrusco e romano, a cura del maestro panificatore Giovanni Russomando.

 

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