di Alessandro Tozzi

8 settembre. Gli Internazionali d’Italia, in programma da lunedi 14 a Roma, si giocheranno senza pubblico. Il CTS ha bocciato le varie proposte del Comitato organizzatore degli Internazionali, e la Regione Lazio alla fine non ha dato l’ok (tu quoque Zingaretti, quello degli aperitivi coi cinesi).
Colpa mia, colpa tua, colpa del covid, la Federazione Italiana Tennis si incazza e la Raggi ovviamente cavalca l’onda del malcontento smentendo Zingaretti, dice che lei capisce e se fosse stato per lei avrebbe dato un entusiastico ok.
Lo stesso che ha dato alle Olimpiadi.
Brutta cosa la politica.
Temo che nel prossimo futuro se uno dice A l’altro farà presto a dire B, senza starci a pensare, per cercare di acchiappare elettorato a costo zero.

Il Presidente della FIT parla di omicidio senza colpevole, facendo presente che degli eventi alla presenza di pubblico in Italia si fanno, e che se lo avesse saputo per tempo li avrebbe organizzati in regioni compiacenti.
Avremo così Regioni del si, Regioni del no, Regioni del forse, con il medesimo CTS.
Non so se il CTS sa che il 20 in Italia c’è il referendum.
Si potrebbe votare solo nelle Regioni del si, in quelle del no ne facciamo a meno, in quelle del forse vota il 50%, uno per famiglia in rappresentanza, quasi come si stanno organizzando alcune scuole con metà alunni in presenza e metà a casa al computer.
Rischiamo in breve tempo con questo andazzo di fondare due nuove fazioni non più basate su idee politiche, o presunte tali, o anche solo su simpatie e antipatie, ma solo sulla maggiore o minore paura per il virus: l’Italia di Briatore contro quella del CTS.
Per poi deciderla col voto da casa al sabato sera in un programma di Bonolis. Degno destino di un Paese del forse.

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