Nonostante le difficoltà economiche generate dall’emergenza Coronavirus, il calcio internazionale continua ad attrarre investitori. E’ il caso della English Premier League, ferma dallo scorso 9 marzo, ma al centro dell’interesse di importanti fondi sovrani nazionali. Sono diversi, infatti, i club oggetto di analisi e valutazioni di acquisto. Proprio l’emergenza sanitaria sta accelerando processi decisionali messi in moto nei mesi precedenti (ovvero prima dell’esplosione della pandemia).

Il PIF interessato al brand Newcastle
Un’operazione da 340 milioni di euro. E’ questo il valore stimato del Newcastle United, club tra i più popolari della English Premier League. Fondato nel lontano 1895 ha conquistato 14 trofei, inclusi 4 titoli nazionali, 6 Coppe d’Inghilterra e 1 edizione della Coppa delle Fiere. E’ entrato, di recente, nell’orbita di interesse del Fondo di Investimento pubblico dell’Arabia Saudita, conosciuto negli ambienti finanziari con la sigla “PIF”. Fanno parte della trattativa di acquisto anche l’imprenditrice britannica Amanda Staveley (al vertice di PCP Capital Partners) e la società “Reuben Brothers” dei fratelli David e Simon (tra le famiglie imprenditoriali più ricche del Regno Unito, specializzate nella lavorazione e rottamazione dei metalli).

Le chiavi del St. James’ Park (nell’immagine in primo piano), presumibilmente, finiranno nelle mani degli amministratori del fondo saudita prima del termine di questa stagione, con i bianconeri in 13a posizione (il campionato è fermo alla 29a giornata) ad appena 8 punti dalla zona retrocessione, dove stazionano l’AFC Bournemouth, l’Aston Villa e il Norwich City.

Il futuro assetto di controllo dei “Magpies”
Il fondo sovrano dell’Arabia Saudita acquisirà una quota dell’80%, con il restante 20% diviso equamente tra l’intermediaria nella trattativa di compravendita, l’imprenditrice Amanda Staveley, e i fratelli Reuben (David e Simon), questi ultimi con un patrimonio stimato in più di 20 miliardi di euro.

Nonostante i rallentamenti dovuti all’emergenza Coronavirus, il fondo sovrano dell’Arabia Saudita è pronto a versare 340 milioni di euro nelle casse dell’attuale proprietario, l’imprenditore Michael James Wallace Ashley (proprietario della catena di articoli sportivi “Sports Direct”). Il miliardario inglese ha comprato il Newcastle United nel 2007, versando un primo assegno di 150 milioni di euro (successivamente ha aggiunto altri 130 milioni attraverso un prestito pluriennale).

Alla base della vendita ci sono i risultati sportivi (spesso deludenti), i forti contrasti con i tifosi (soprattutto in occasione di due retrocessioni) e i soldi persi nelle “finestre” di calciomercato. Tra acquisti e cessioni il patron britannico, in queste ultime 12 stagioni, ha visto svalutare i suoi investimenti di ben 130 milioni. Negli obiettivi di Ashley, ai tempi dell’acquisto, c’era proprio la trasformazione del club in una piattaforma di intermediazione calcistica. Traguardo, purtroppo, mai raggiunto nel tempo.

Una lunga trattativa per la “galassia” di Ashley
Il ritardo registrato, fino ad oggi, nella cessione è collegato alla “ragnatela” di società costruite (attorno al club) proprio dal presidente dei Magpies. Il Newcastle United è controllato dalla società “St. James Holdings ltd” inserita nel gruppo “Mash Holdings ltd”.

St. James Holdings ltd controlla la società Newcastle United ltd. A sua volta, quest’ultima, è la controllante di 24 diverse realtà, di cui 3 attive e 21 inattive (tra cui, appunto, il Newcastle United Football Club Company ltd).

Nonostante il club abbia fatto registrare 7 bilanci in utile (nelle ultime 8 stagioni), a sorpresa, nel 2018/19, è rimasto fuori dalla top30 del report “Football Money League” (realizzato annualmente da Deloitte). In quest’ultima posizione, ad esempio, c’è un altro club britannico: il Crystal Palace (30° con un giro d’affari superiore ai 174,5 milioni di euro). E’ l’undicesima società di Premier League inserita in questa speciale classifica. ll Regno Unito si conferma così al primo posto nell’analisi dei mercati europei. Ecco perché i fondi sovrani nazionali intendono investire su questo specifico campionato (il più importante per volume di affari nel mondo).

Articolo precedenteBasket, stop alle Coppe europee
Prossimo articoloDocumento Unico di Circolazione, lettera aperta della FMI alla Motorizzazione Civile