Guelfi Firenze
Guelfi Firenze

Due touchdown contro le Aquile Ferrara per chiudere in modo definitivo una prima parte di stagione segnata da un ginocchio che faceva le bizze. Il ritorno in campo, la confidenza nell’accarezzare la palla con le mani che aumenta ad ogni ricezione ed infine l’apoteosi, la gioia personale ritrovata nella partita sin qui più importante per la stagione dei Guelfi Firenze. Lui chi è? Elementare, Francesco De Vitis! Il wide receiver dei gigliati si è ripreso il palcoscenico dopo le prime tre partite spese fra tribuna e sideline ad incitare i suoi compagni e le seguenti due con Warriors e Grizzlies che lo avevano visto in campo alla ricerca della miglior condizione e di una palla utile per sbloccarsi anche mentalmente, lasciandosi alle spalle l’infortunio che lo aveva colpito in preparazione. Le due segnature pesanti di sabato non sono state utili solo al talento italiano, ma anche al suo team, che si è preso un’incontestabile rivincita sulla formazione estense grazie alle vittoria per 29-13 che è valsa il sorpasso in classifica grazie alla differenza punti negli scontri diretti.

Quanto fanno bene al tuo morale questi due touchdown?
“Ero rientrato già da due partite, ma questi touchdown hanno risollevato nettamente il mio morale. Aspettavo da molto tempo questo momento, uno in partita dà sempre il massimo ma questo non vuol dire che sia sufficiente per poter entrare in end zone stringendo il pallone fra le proprie mani. Adesso mi sento più sicuro, avevo bisogno di sbloccarmi. Sabato sera abbiamo festeggiato tutti insieme la vittoria ed è stato un momento veramente significativo per me”.

Coach Dinelli ha detto che sei solo al 60%, tu come ti senti?
“Fisicamente penso di essere anche più in là di un 60%, direi almeno un 20% in più rispetto alla stima fatta dal nostro head coach subito dopo il match contro le Aquile Ferrara. La strada per ritornare al top è ancora lunga, sono io il primo a saperlo. Ritornare al massimo della forma richiede tempo ed impegno costante, ma spero di tornare ad esprimere tutto il mio potenziale già a giugno visto che fino ad ora ho bruciato un po’ le tappe per essere in campo con il resto della squadra”.

Ti sei allenato molto bene fino a gennaio, poi è arrivato il problema al menisco. Come hai trascorso i mesi senza casco ed armatura?
“Difficilmente mi sono perso un allenamento dei miei compagni, sono sempre stato parte del progetto dei Guelfi Firenze. Anche se non potevo giocare parlavo con loro e soffrivamo tutti insieme. Ho passato alcuni mesi a vedere gli errori commessi dagli altri, cercando di imparare e crescere anche senza gli scarpini ai piedi. L’aver fatto qualche snap ed aver incitato i miei compagni mi ha sicuramente aiutato a lenire quella che poteva essere la malinconia da assenza di football giocato”.

C’è un po’ di sana rivalità fra l’attacco e la difesa della squadra?
“Sì, ogni tanto ci divertiamo a misurarci con chi fa parte dell’altra formazione. Ovviamente è un confronto che facciamo con il sorriso stampato in faccia e tutte le volte che ci sono degli sfottò sappiamo che è solo per giocare e per mettere un po’ di peperoncino su alcune situazioni. Il clima che si respira qui dentro è veramente cordiale e c’è grande rispetto da parte nostra per i difensori e lo stesso vale anche a parti invertite. Ci divertiamo tutti assieme agli allenamenti”.

Capitolo Marines, a Roma ai assistito dalla sideline alla débâcle dei gigliati, come ti avvicini a questa nuova sfida contro una delle formazioni più quotate di tutta la Prima Divisione?
“All’andata abbiamo vissuto una vera e propria giornata no con quei 56 punti incassati. Dover guardare da fuori una prestazione del genere ti fa sentire impotente, avrei voluto essere lì con loro per poterli aiutare invece non potevo fare niente di più che incitarli e provare a scuoterli. Quella sconfitta mi è rimasta dentro e voglio fare qualcosa per ribaltare la situazione nella partita di ritorno fissata per le 21 di sabato”.