di Giulia Vincenzi
Allenarsi e crescere insieme, senza pregiudizi né disparità. È questo il progetto che sta prendendo forma nel parco Papacci in via di Grottarossa, nell’omonimo quartiere, dove un gruppo di ragazzi si incontra ogni giorno per imparare il pugilato. Ma non solo.
Il Gruppo sportivo Grottarossa è nato per caso, con la spontaneità con cui nascono le comitive sotto casa e il bisogno di stare all’aria aperta. Hanno tra i 15 e 35 anni, tutti nati e cresciuti tra Grottarossa, Tomba di Nerone e via Due Ponti, ma con diverse storie e non poche difficoltà. In un momento complesso, fatto di distanze e restrizioni, hanno trovato nello sport un nuovo modo di stare insieme.
“Credo che questo gruppo migliori la nostra quotidianità”, ci racconta Leonardo D’Alessio, presidente dell’associazione. “Grottarossa è il paradosso di Roma Nord, un quartiere particolare, il più ricco a livello di culture, gruppi etnici e classi sociali e che non offre nulla. Durante la pandemia abbiamo riscoperto la bellezza di incontrarsi nel parco di quartiere, dove abbiamo ritrovato le sensazioni di quando lo vivevamo da bambini e soprattutto ci siamo creati uno spazio da condividere”.
“Ad aprile abbiamo costituito un’associazione senza scopo di lucro per portare il nostro impegno a un livello superiore, per avere una voce più forte, per diventare una realtà che sia punto di riferimento per il quartiere”.
Allenamento e condivisione
Un incontro casuale è diventato in poco tempo un appuntamento fisso. Tutti i giorni per due ore al giorno parco Papacci si trasforma in una palestra a cielo aperto e in un ring senza reti. A piedi o in macchina, i ragazzi arrivano carichi di attrezzatura: bilanciere, pizze, manubri, sacco da boxe, pesi, guantoni di ogni misura e una cassa gigante per la musica. Attrezzi comprati con piccole collette o regalati da chi non le usava più.
Massimo Sergiovanni, ex pugile, è l’anima trainante degli allenamenti. Residente in via Grottarossa, frequentatore del parco, ha preso a cuore questo gruppo di giovani, gli insegna la tecnica della boxe e li aiuta a prepararsi fisicamente e mentalmente. In contemporanea al pugilato, alcuni gruppi fanno esercizi di funzionale e sollevamento pesi; mentre il sabato si corre tutti insieme.
Il parco è per loro anche un luogo da custodire e condividere. “Ci prendiamo cura di questo posto come fosse casa nostra”, spiega Leonardo. “Siamo come una famiglia, ci curiamo l’uno dell’altro e del parco, puliamo, raccogliamo e mettiamo in ordine. Ognuno di noi dà il suo contributo come può e in modo assolutamente naturale”.
“Le persone si uniscono a noi non solo per fare sport, – continua – ma per il piacere di stare in compagnia, chiacchierare, confrontarsi, sentirsi parte di una comunità”.
Un ponte con Gaza
Perché proprio il pugilato? Chiediamo. “Perché si presta a essere uno sport facile da imparare, non c’è bisogno di nulla a parte il proprio corpo e nasce naturalmente in luoghi dove c’è poco da fare”, ci risponde Daniele Napolitano, volontario dell’associazione, videomaker e appassionato di pugilato.
“Credo che in società come le nostre, violente ed escludenti, il pugilato dia una cornice per conoscere meglio e incanalare nel modo giusto la rabbia. Dentro il ring si abbattono le differenze di classe, conta solo stare bene con il corpo e liberare la mente”.
Daniele è tornato da poco da Gaza, dove insieme con i volontari delle palestre popolari del Quarticciolo e del Tufello e della CISS Ong ha partecipato all’iniziativa Boxe contro l’assedio, un progetto di scambio tra italiani e palestinesi.
In quest’occasione, ha donato ai ragazzi – soprattutto ragazze in realtà – la maglietta del Gruppo sportivo Grottarossa, a simboleggiare che nonostante la grande distanza geopolitica lo sport può fare da ponte. “Vorrei che venissero con me, il pugilato è uno strumento per superare barriere, conoscere culture diverse e mettersi in relazione con contesti differenti, perché lo spirito che si porta all’interno delle corde del ring è lo stesso, lì siamo tutti uguali”.
Il sogno è una palestra popolare di Roma Nord
Al chiuso ma sempre aperta e accessibile a tutti. I ragazzi di Grottorossa vorrebbero così la loro palestra.
Lo scorso marzo, si sono incontrati con Daniele Torquati, presidente del XV Municipio, per raccontare i loro progetti futuri e chiedere un supporto per la loro realizzazione, in particolare nel trovare una struttura coperta che possano adottare per le loro attività.
“Si è dimostrato molto disponibile, ha ben accolto la nostra idea di creare un luogo che offra delle attività a chiunque e a titolo gratuito, riconoscendone il valore educativo. Per troppo tempo il nostro quartiere è stato fermi, lascando che si creassero delle fratture, è il momento di migliorare il luogo in cui viviamo”, sottolinea Leonardo D’Alessio.
“In futuro vorremmo proporre discipline sportive di altro tipo, come lo yoga, o attività di altro genere, anche per i bambini. Saremo felici di accogliere ogni proposta e iniziativa”.
Domenica 9 ottobre il quartiere sarà in festa
Domenica 9 ottobre sarà all’insegna dello sport e del divertimento a parco Papacci. Il Gruppo sportivo Grottarossa ha organizzato una vera festa di quartiere, aperta a tutti e ricca di attività.
Dalle 10 alle 18, saranno tutti lì per presentare il loro progetto, per raccontare l’esperienza a Gaza, per rispondere a ogni curiosità, ma soprattutto per giocare a basket e sferrare qualche colpo di boxe. Ci sarà anche un mercatino solidale e un intrattenimento per i bambini.