Se la Fidaf organizzasse una serata di gala a fine stagione per premiare gli atleti più meritevoli della Prima Divisione, Vladimir Bemmo Pogo sarebbe sicuramente in lizza per il titolo di “Rivelazione dell’Anno” grazie ai suoi 5 touchdown (due dei quali arrivati direttamente su situazione di kick-off return) nell’anno da rookie nella massima serie italiana di football americano. Per conoscere meglio il giocatore nativo del Camerun, arrivato a Firenze con la formula del prestito dai Veterans Grosseto, abbiamo deciso di scambiare qualche parola con il diretto interessato, che ci ha svelato tante curiosità sul suo primo anno passato con il giglio sul petto.
Quale percorso l’ha portata dal Camerun fino a Firenze?
“Sono arrivato in questa nazione 5 anni fa per motivi di studi universitari. Difatti mi sono iscritto alla sede grossetana dell’Università di Siena per studiare infermieristica e solo quest’anno ho abbandonato Grosseto per trasferirmi a Firenze in modo da avere più sbocchi professionali”.
Come mai ha scelto di praticare il football americano?
“Sportivamente parlando la mia vita è cambiata proprio all’università. Fra i “banchi di scuola” ho conosciuto Luca Leonardelli, che oggi è diventato un mio carissimo amico. Fu proprio lui a chiedermi se ero interessato a provare il football americano. A quei tempi non sapevo di cosa si trattasse, basti pensare che solo recentemente stanno nascendo delle squadre di questa disciplina in Camerun, ma quando si tratta di sport non mi tiro mai indietro e ho accettato al volo la sua offerta. Da quel giorno sono diventato un habitué del campo di allenamento dei Veterans Grosseto e non ho più smesso di giocare a football americano”.
Come valuta questa prima stagione di IFL?
“Come squadra non abbiamo raggiunto gli obiettivi iniziali ma sapevamo che sarebbe stato molto difficile visto il passaggio al girone unico ed un roster non molto ampio. Comunque siamo stati bravi a reagire alle problematiche e sventare la peggiore delle ipotesi (la retrocessione, ndr)”.
E’ stata dura passare da un QB italiano a Eddie Printz?
“A Grosseto giocavo soprattutto Defensive Back, quindi non ho mai avuto molto a che fare in campo con i nostri quarterback. Elvis Tarroni e Marco Corsini sono comunque due grandi interpreti del ruolo e mi hanno preparato molto bene al nuovo palcoscenico. Eddie Printz, dal canto suo, è stato da subito molto bravo e paziente con me, sapeva che era la mia prima, vera esperienza da ricevitore ed è stato sempre in grado di mettermi in condizione di ben figurare”.
Quanto ha imparato da un suo pari ruolo come Mike Vannucci?
“Mike è al confine fra un uomo e una bestia! Mi spiego meglio: è una persona impressionante per lo stile di vita che fa sia dentro che fuori dal campo. Sin dal primo giorno ho capito che per me sarebbe stato un grande esempio anche per il futuro. Si allena tanto e cura in maniera quasi maniacale anche il più piccolo dei dettagli, andando a ritoccare in positivo aspetti che per me erano già perfetti. Per il mio primo anno in IFL sono molto contento di aver avuto come compagno di reparto uno cosi, ti aiuta a crescere. Farò tesoro di tutti i suoi consigli”.