A un mese dalla conclusione della seconda edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile (Firenze, 25-27 settembre), si ribadisce l’esigenza di stringere nuove alleanze tra i diversi soggetti del territorio, in un nuovo patto sociale che accompagni il Paese a superare questo periodo di emergenza sanitaria ed economica.
A Firenze, nel rispetto delle disposizioni Covid-19, si sono incontrati i rappresentanti delle istituzioni, del mondo imprenditoriale, del terzo settore, esperti e accademici per discutere delle priorità e delle modalità per mettere in campo un’economia civile, che rimetta al centro la persona, le sue potenzialità e i suoi bisogni, e l’ambiente.
I tavoli di lavoro sono proseguiti oltre l’evento, che ha portato alla selezione di due importanti ambiti di intervento collegati al Next Generation Eu e al futuro dell’Italia e all’avvio di un percorso che porterà alla costituzione di un nuovo Patto Sociale nel 2021. I temi scelti per le future progettualità e azioni da sperimentare nei e con i territori sono: l’equità sociale, di genere e territoriale; la rivoluzione verde e la transizione ecologica; istruzione ricerca e cultura. Non solo esigenze contingenti, dunque, ma opportunità da cogliere per rilanciare il sistema Italia con una visione strategica, quella della sostenibilità a 360 gradi.
Gli 8 punti della Carta di Firenze si trasformano in verbi, che chiamano tutti all’azione: sostenere, credere, promuovere, valorizzare, investire, proporre, coltivare e attivare. Un risposta positiva e propositiva anche al riacuirsi della pandemia che ci ricorda quanto la centralità della persona, della salute e del benessere individuale e collettivo, non possano essere messi in secondo piano ma richiedano sempre più una collaborazione strategica tra tutti i soggetti, stato, enti locali, privati e terzo settore, verso uno sviluppo sempre più sostenibile.
Secondo le ultime elaborazioni Istat le realtà del Terzo Settore attive in Italia sono oltre 359mila, tra
associazioni, organizzazioni non profit e imprese sociali, che nel complesso si presentano come un big player per quanto riguarda i servizi del welfare sociale.
Il Terzo Settore dà lavoro a 1,14 milioni di lavoratori e attiva 5,5 milioni di volontari servendo 26,3
milioni di persone, oltre 1/3 della popolazione italiana, con servizi di cura e assistenza in particolare alle fasce più deboli e in situazione di disagio.