L’economia civile ha incontrato la musica nella serata del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze. Enrico Ruggeri, infatti, ha moderato e cantato prima della Lectio Civilis tenuta da Stefano Zamagni (Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali).

Successivamente sono saliti sul palco Irene Grandi e Matteo Romano, che hanno allietato la serata del pubblico nel Salone dei Cinquecento, a chiusura della prima giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile 2022.

«L’attenzione verso gli altri – ha spiegato Ruggeri – è propria di chiunque scriva canzoni. Stesso discorso va fatto per l’inclusione, perché la musica e tende e mira a non dimenticare nessuno. Oggi viviamo in tempi nei quali il denaro è visto, troppo spesso, come un valore morale e quindi chi scrive canzoni può anche ricordare che una buona vita interiore è altrettanto importante dell’apparenza».

Sguardo giovane e ventata di aria fresca, invece, è ciò che si auspica dal mondo politico ed economico Matteo Romano. «Noi giovani – ha detto – chiediamo una nuova attenzione verso i problemi di tutti i giorni. Siamo qui al Festival per proporre una buona compagnia, perché è veramente importante per le nuove generazioni capire quanto sia importante stare insieme. La musica può sicuramente aiutare a creare condivisione. L’economia civile si pone in questo contesto inclusivo con un grido forte e preciso».

Parlando della condizione dei giovani, che sembrano apparire lontano dalla politica, Romano ha detto: «Non credo sia vero, perché noi giovani stiamo sentendo molto il momento politico del nostro Paese e ci dobbiamo far sentire, portando una ventata di aria fresca».

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