Enrico Garozzo
Enrico Garozzo

Enrico Garozzo, medaglia d’argento nella prova a squadre della Spada a Rio 2016 è catanese di nascita, adottato e cresciuto ad Acireale attualmente risiede a Milano. Per raccontare la sua avventura ai Giochi e la sua passione per la Lazio, lo schermidore è intervenuto stamattina ai microfoni di Radiosei nella trasmissione Buongiorno Capitano.

C’è una differenza tra partecipare ai Giochi rispetto ad altre competizioni come Europei o Mondiali? «I Giochi sono totalmente diversi. Me lo dicevano, ma finché non lo vivi non lo puoi capire. C’è un’adrenalina differente, è una cosa decisamente diversa anche da un mondiale. Una medaglia vinta ai Giochi ti cambia la carriera, sei quasi immortale nello sport». Un’Olimpiade quindi si prepara anche in modo differente. «Assolutamente. C’è un avvicinamento con concentrazione maggiore, incontri molti atleti e si vedono scene particolari. Non dimenticherò mai quando a mensa ho visto pranzare insieme un coreano del Sud e uno del Nord. Ai Giochi tutte le barriere vengono abbattute». Lo sport è un “vizio” di famiglia, visto che il fratello di Enrico, Daniele, ha vinto una medaglia d’oro nel fioretto in terra brasiliana. «Parlo molto con lui, che si fida molto di me e gli do diverse indicazioni. Lui è un fiorettista e ci sono differenze, ma c’è una linea generale da seguire. Io sono bravo tatticamente e ci scambiamo tanti consigli». Immancabile il passaggio sull’amore per il calcio e, soprattutto, sul tifo per la Lazio seppure siciliano doc. «Nessuno mi ha fatto diventare laziale in famiglia, semmai sono stato io a trasmettere questa passione ai miei cugini. Sono diventato biancoceleste per Beppe Signori. Da lì è rimata la passione anche perché io giocavo da centrocampista centrale. Da giovane me la cavavo tanto da essere anche convocato nella rappresentativa provinciale». Proprio ieri il presidente del Coni Malagò ha lanciato l’ultimo appello al Campidoglio sulla volontà o meno di candidare Roma ai Giochi del 2024. «Cosa direi al sindaco Raggi per convincerla? Io sono assolutamente favorevole perché da atleta i Giochi danno la possibilità di vivere un sogno. Come Italia sarebbe una grande opportunità per dimostrare cosa sappiamo fare, soprattutto verso chi ci dà dei mangiapagnotte o peggio dei mafiosi. Un’Olimpiade dà la possibilità di cambiare la città e per Roma penso soprattutto ai trasporti. Non candidarsi equivarrebbe a perdere una grande occasione».