Di fronte al Covid19 il rugby italiano dice basta: stagione chiusa qui, e il titolo non verrà assegnato. È la prima disciplina sportiva in Italia a terminare in anticipo la stagione 2019–2020. Il consiglio federale della Fir ha deciso che è meglio finire qui i campionati, a tutti i livelli. Troppo alto infatti è ancora il livello di incertezza sull’andamento della pandemia da coronavirus e quindi i timori per la salute di giocatori, addetti e pubblico. Dopo una prima sospensione fino al 3 aprile, ieri la storica decisione: il titolo di campione d’Italia non sarà dunque assegnato per la stagione 2019–20, promozioni e retrocessioni ugualmente bloccate. I 480 club italiani di rugby dei vari campionati torneranno sui campi di gioco nella stagione 2020–21. Lo stesso consiglio federale sottolinea che si tratta di una decisione «che non ha precedenti» ma presa nell’intento di tutelare la salute e il futuro dei giocatori di ogni età e livello, delle loro famiglie e delle loro comunità. Un tempismo che non è piaciuto al presidente del Coni, Giovanni Malagò: «È una scelta opinabile. Non sono contrario alla decisione della federazione, ma è chiaro che non hanno voluto aspettare una data condivisa. Credo comunque che anche altri sport faranno la stessa cosa».

 
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