Otto medaglie d’oro, ventinove d’argento e ben 101 di bronzo. Non si tratta del cahier d’honneur di qualche superpotenza sportiva alle Olimpiadi, ma del risultato complessivo degli atleti della provincia di Roma (con qualche eccezione), nelle gare nazionali e internazionali del 2015. Titoli italiani, europei, mondiali e podi annessi. Una classifica speciale, un po’ fuori dagli schemi, che vede primeggiare la Fipsas (tra pesca sportiva e nuoto pinnato) con 4 ori, seguita da pattinaggio e motonautica, e dove a stupire è soprattutto la varietà delle discipline elencate (36), che vanno dal calcio a 5 disabili al turismo equestre, dal softball al pugilato, dalla vela al bridge, il gioco della mente che a Roma ha trovato terreno fertile, avendo laureato ben 12 campioni italiani nelle varie categorie.

Un parterre variegato, dunque, che raggruppa giovani speranze come Laura Rogora, 16 anni, campionessa italiana di arrampicata lead e boulder, e “master” come il maestro di judo Maurizio Calderini, che a 50 ha conquistato l’ennesimo titolo europeo Kodokan Goshin Jitsu.

E allora, curiosando più a fondo nel tessuto sportivo della capitale, non sarà un caso che a sorprendere sono proprio i risultati ottenuti dalle discipline meno conosciute, quelle che raramente trovano spazio sui mezzi di informazione. E’ romana, a questo proposito, Alessia Nicolini, campionessa italiana di acrobazia con l’aliante, mentre è nata a Velletri Alessandra D’Annibale, primatista di figure in caduta libera di paracadutismo. E se della tradizione legata al pentathlon capitolino, con i suoi centri di preparazione olimpica, si conosce la storia e i successi, meno nota ma altrettanto vincente risulta quella di discipline come taekwondo, bowling e biliardo, che Roma può vantare una campionessa europea nella specialità “pool”.
E’ forse proprio questo l’aspetto più intrigante e coinvolgente della consegna delle medaglie al Valore Atletico, dove in tanti si ritrovano come in un villaggio olimpico in miniatura. Il campione famoso e l’emerito sconosciuto. Il concetto di uguaglianza che li accomuna azzera ogni definizione di sport più o meno minori. Angelo Ogbonna, per dire, campione d’Italia con la Juventus, nell’elenco è preceduto da Giovanni Noto e seguito da Antonietta Orsini, due atleti del sollevamento pesi.

Ma, senza nulla togliere ai protagonisti di tante storie di sport, il fiore all’occhiello della manifestazione del prossimo 15 febbraio alla sala Rossa delle Piscine al Foro Italico, sarà la nutrita rappresentanza di quella legio che ci ha rappresentato ai Giochi di Rio 2016. Tredici atleti premiati per i risultati ottenuti prima dell’olimpiade ( e prima della notorietà), ma che ne hanno permesso la qualificazione, come nel caso di Manila Flamini (nuoto sincro) e David Pasqualucci (tiro con l’arco). Tra loro, anche tre medaglie rimaste nella storia e negli occhi di tanti, quelle di Odette Giuffrida, Federica Radicchi e Loredana Trigila. (nella foto, Alessia Zecchini, pluriprimatista mondiale di apnea)

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