Sabato 4 marzo in campo le squadre del girone A e B
Sabato 4 marzo in campo le squadre del girone A e B

Tra i due derby di semifinale di coppa Italia, la capitale si appresta a vivere all’ombra del Cupolone un altro spettacolo calcistico: la Clericus Cup. Il mondiale della Chiesa, promosso dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. La nuova edizione riparte con 18 squadre con il debutto assoluto nel torneo del Pontificio Collegio Ucraino di San Giosafat e del Pontificio Collegio San Pietro. È Vittorio Bosio, il presidente del Centro Sportivo Italiano a spiegare il significato del torneo: «La Clericus per il Csi rappresenta anzitutto vicinanza alla Chiesa e uno sguardo missionario nel mondo; perché anche senza gli scarpini, fuori dal campo, i partecipanti possano offrire in futuro nei loro paesi, momenti di gioco e fratellanza, valorizzando l’aspetto sportivo, utile alla crescita dei giovani ad ogni latitudine».
Sulle maglie delle 18 squadre della Clericus Cup, quest’anno in bella evidenza c’è una scritta che richiama uno dei “passaggi-gol” offerti da Bergoglio al Csi nel 2014, in occasione del 70° anniversario di fondazione dell’associazione sportiva di ispirazione cristiana. In due righe “Mettiamoci in gioco nella vita come nello sport”. Il perché lo ha spiegato il consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini. «Il Papa ci dice di amare il rischio e di metterci in gioco nonostante le difficoltà che s’incontrano. Chi gioca vince anche la paura che talvolta fa tremare le gambe. Con la Clericus Cup affidiamo ai partecipanti il compito di far giocare questa partita a tutti i giovani che incontreranno nella loro vita».

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