Champions league
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di Alessandro Tozzi
Abbiamo il quadro delle semifinali, ma a parte la sfida fra Milan e Napoli, tre delle quattro semifinaliste le conoscevamo già dopo la partita d’andata.
Confermata la semifinale Milan-Inter da una parte, che riporta un’italiana in finale dopo qualche anno, e la supersfida Real-City dall’altra, rivincita della semifinale dell’anno scorso, che i tifosi del City (che era in vantaggio di 2 gol al minuto 89 del ritorno, con tanto di salvataggio assurdo sulla linea della squadra spagnola al minuto 86) credo si sognino ancora di notte. Milan e Real sono le due squadre più titolate al mondo, l’Inter pedala dietro non senza difficoltà, il City è il povero più ricco del mondo invitato alla tavola della nobiltà blu.
Milan-Inter è la semifinale che non ti aspetti, considerando che sono quinta e sesta in un campionato fin qui fallimentare dove partivano come favorite insieme alla Juve. Il Milan ha avuto un girone comodo, e due belle sfide ad eliminazione diretta (Tottenham e Napoli, per l’appunto), passandole entrambe sul filo; l’Inter il girone più difficile, dove ha eliminato il Barcellona, e due sfide sulla carta potabili con Porto e Benfica.
E’ la terza volta che si incontrano in uno scontro diretto in Champions, nelle altre due è passato il Milan, entrambe le volte direi da favorito. Stavolta direi sia diverso, nel senso che le due squadre grosso modo si equivalgono e tutto si giocherà sugli episodi.
L’Inter farà la partita, il Milan giocherà di ripartenza senza lasciare spazi, si rischiano due partite assai noiose in grande stallo, che per essere ravvivate hanno bisogno di episodi, i derby poi si ravvivano da soli anche con qualche calcione ben dato qua e là.
Io vedo l’Inter leggermente favorita, e comunque più forte; se poi sia anche più in forma e un pizzico più fortunata dei rossoneri, allora la qualificazione sarebbe probabile, così è solo un vaticinio senza alcuna reale ispirazione. Le sfide Pioli Inzaghi degli ultimi due anni sono state assai ondivaghe, l’anno scorso ebbe la meglio Pioli e la seconda fu decisiva per lo scudetto, quest’anno il Milan ha vinto ha vinto all’andata (con due miracoli del portiere), perso al ritorno, e straperso in Coppa.
Anomalia della sfida: l’arbitraggio straniero.
Il 3-5-2 di Simoncino contro il 4-3-2-1 di Pioli.
I bookmakers assegnano quote uguali a tutte e due le squadre, e loro non sbagliano quasi mai, comunque sicuramente meno di arbitri e giocatori.
Real City è partita del calcio antico contro quello moderno. La squadra simbolo del calcio europeo dopo la seconda guerra mondiale contro la squadra che in Europa vinse la Coppa delle coppe nel 1970, ed è poi tornata in auge solo qualche anno addietro.
Ancelotti contro Guardiola è la sfida fra quasi analoghi: due grandi centrocampisti, poi divenuti grandi allenatori di grandi squadre.
Benzema contro Haland è il vecchio che resiste contro il nuovo che avanza, come De Bruyne contro Modric, anche se il vecchio ha dimostrato di non avere alcuna voglia di farsi da parte.
A favore del Real ci sono la tradizione, i grandi nomi, l’aver già perso il campionato (il City è in recupero, ma dovrà faticare) e il culo metaforico ed anche fisico di Carletto; a favore del City il fatto che i taboo vanno sfatati prima o poi, il gioco migliore, l’età media più bassa e un centravanti caterpillar da un gol a partita di media che sembra una di quelle tenutissime divinità vichinghe.
In realtà mai come questa volta è una finale anticipata, e in effetti la fortuna l’hanno avuta Milan e Inter ad affrontarle in finale in partita secca, dove contro una delle due vedrei meglio il Milan, che comunque ha il portiere al momento più forte al mondo e un portoghese pazzo con le treccine dal nome di un vecchio portiere brasiliano capace di farsi mezzo campo palla al piede in 5 secondi.
Vinca il migliore. O meglio, come disse Nereo Rocco una volta, “anzi, sperem de no”.

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