L’ultimo atto del Campionato Italiano Rally Terra e Riccardo Rigo ai ferri corti, ancora una volta, ed a farne le spese, per il secondo anno consecutivo, è stato uno sfortunato pilota di Borgo Valsugana, costretto ad abbandonare il sogno di cucirsi sul petto uno scudetto tricolore cercato con dedizione e determinazione.

Se nel 2020 fu un errore di guida a privare il trentino dell’alloro nazionale, al Tuscan tra le vetture di produzione, in questa occasione è stata la dea bendata a decidere le sorti del finale.

In un anno di rodaggio, nell’innovativa categoria N5, il portacolori della Scuderia Malatesta, al volante della Citroen DS3 N5 curata da Power Brothers dei fratelli Colonna, arrivava al Liburna Terra con la possibilità di giocarsi carte importanti per la Coppa ACI Sport in chiave CIRT.

Affiancato da Daiana Darderi, alle note, Rigo partiva con il coltello tra i denti sulla super speciale spettacolo di apertura, la “Tenuta di Canneto”, andando a firmare lo scratch davanti ad una buona concorrenza, un totale di sei partenti, e confermando tutto il proprio potenziale.

“Non potevamo fare calcoli di classifica” – racconta Rigo – “e dovevamo vincere, ad ogni costo, per portare a casa il titolo nel CIRT. Al Venerdì siamo partiti bene perchè a parte Korzun, che aveva chiuso a soli otto decimi da noi, avevamo dato un distacco di oltre un secondo al chilometro alla concorrenza. Sapevamo di poter avere il passo per puntare verso il titolo.”

Un avvio deciso che veniva presto bloccato da un principio di incendio, sulla prima tornata a “Riparbella”, che mandava in fumo ogni ambizione ed ogni sogno di primeggiare quest’anno.

“Sulla prima prova del Sabato” – sottolinea Rigo – “il nostro motore ha preso fuoco. Siamo comunque riusciti a spegnere l’incendio, utilizzando sia l’impianto centralizzato che il brandeggiabile. Ci siamo ritirati che eravamo in testa ed è un’amarezza difficile da descrivere.”

Uno stop, quello più pesante, che scalza definitivamente Rigo dal podio del tricolore terra, chiudendo al quarto posto, mentre per quanto riguarda la classifica del Trofeo Tricolore N5 il pilota della vettura del double chevron scende dalla seconda alla terza piazza nella generale.

Un epilogo decisamente triste ma che dona nuova linfa alle motivazioni per l’annata 2022.

“Eravamo partiti bene al debutto” – conclude Rigo – “ed avevamo vinto all’Adriatico. Poi, purtroppo, siamo incappati in tre ritiri consecutivi, un po’ per rotture dell’auto ed un po’ per colpa mia. Lo zero del San Martino di Castrozza, per un mio errore, ci ha portato via punti pesanti nel Trofeo Tricolore N5. Se avessi fatto una stagione completa avrei avuto più probabilità di concretizzare il risultato. La N5 è una vettura molto divertente e, secondo me, ha un potenziale che deve essere ancora evidenziato. I ritiri e questo finale di stagione deludente non mi abbattono ma mi spingono ad impegnarmi ancora di più per il nuovo anno che arriverà.”

 

Articolo precedenteCalcio, Cristiano Scazzola: “Ultimi successi danno morale, Piacenza spesso penalizzato dalle partite giocate in inferiorità numerica”
Prossimo articoloCollecchio Corse, Milo Pregheffi e Alessandro Lanzi sugli scudi