Diego Porcari
Diego Porcari

L’1-1 nel match casalingo col Certosa ha fatto infuriare il tecnico del Villa Adriana Diego Porcari. Non per l’atteggiamento dei suoi ragazzi, ma per una conduzione arbitrale che l’allenatore biancoverde non ha mandato giù. «La partita si è aperta con una ghiotta occasione su colpo di testa di Di Corpo che in area ha spedito alto, poi al 12’ gli ospiti hanno colpito una traversa su calcio di punizione – racconta Porari – Pochi minuti dopo siamo andati avanti con un calcio di rigore realizzato da Di Corpo e accordato per un fallo di mano su tiro di Bischi che c’è stato, anche se forse non clamoroso. Dopo un altro paio di opportunità con Di Corpo e Bischi, è arrivato il primo episodio incredibile: l’arbitro nel giro di due minuti ha ammonito due volte lo stesso Di Corpo, la prima delle quali per un piccolo battibecco con un avversario dopo che in campo erano volate bestemmie e parolacce. Nel secondo tempo, poi, il direttore di gara non ha visto uno schiaffo a palla lontana nei confronti di Simone: un episodio che ha convinto l’allenatore ospite a sostituire immediatamente l’autore della scorrettezza prima di vederlo sanzionato. Nonostante l’inferiorità numerica, comunque, siamo riusciti a condurre abbastanza tranquillamente la partita fino all’89esimo quando è arrivato l’episodio più clamoroso: su una punizione dalla trequarti il nostro portiere Leonetta esce in anticipo su tutti, ma viene chiaramente caricato da due avversari e perde il pallone che viene recuperato dai giocatori del Certosa che realizzano l’1-1. Per l’arbitro è tutto regolare e Leonetta viene espulso per proteste…». L’amarezza di Porcari è palpabile. «Le recriminazioni arbitrali sono in primis per la distribuzione dei cartellini a senso unico, ma quello che fa più scalpore è l’errore finale che distrugge una settimana di lavoro e la possibilità di avvicinare le posizioni alte della classifica con una vittoria che ieri avremmo assolutamente meritato. Il mio sfogo è dato dal fatto che sono due anni che subiamo prepotenze fuori casa, ma ancor di più in casa. Quella col Certosa è clamorosa perché il fallo non fischiato sul nostro portiere è stato lampante, anche a detta degli avversari».

L’allenatore conclude con una riflessione. «Io credo che la squadra e la società meritino rispetto: spendiamo soldi, facciamo sacrifici tutta la settimana e togliamo tempo alle famiglie perché abbiamo questa passione per il calcio che ci porta tre giorni su sette al campo per preparare le partite della domenica che quasi puntualmente vengono rovinate da soggetti inadatti e inopportuni. Chiediamo che ci venga dato il nostro, non vogliamo regali ma nemmeno soprusi: avrei preferito perdere 4-0 piuttosto che essere derubato come è accaduto col Certosa. Probabilmente per me il fatto di ieri è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: a fine anno quasi sicuramente lascio il calcio. Io e i miei ragazzi daremo il massimo per le restanti venti partite cercando di arrivare il più in alto possibile, ma credo proprio di abbandonare questo sport che mi piace da matti. Mi dispiace, ma non ce la faccio proprio più».

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