Il Pontificio Collegio Urbano ha vinto per la terza volta la Clericus Cup. Giornata di “grazia” per i “Leoni d’Africa” – maglia biancogialla vaticana del Dicastero missionario della Santa Sede – che hanno battuto la Pontificia Università Gregoriana per 2-0 con reti africane, realizzate entrambe nella ripresa, la prima su un tiro cross dalla destra dell’ugandese Robert Ssekate, e “peccatuccio” nel piazzamento del portiere magiaro della formazione amaranto, il secondo nel recupero a firma del nigeriano Basil Mbah, alla sua quarta finale consecutiva, e al suo terzo successo con la maglia del Seminario di Propaganda Fide. Le due finaliste ce l’hanno messa tutta per onorare il motto della 11ma edizione, preso dalle parole del capitano di tutte le 18 protagoniste del torneo. “Mettiamoci in gioco nello sport e nella vita”. Sugli spalti al fischio finale esplode la gioia degli “Urban Lions”, cori zulu, fumogeni, vuvuzela e waka-waka incessanti per tutta la gara a supportare i giovani seminaristi africani. Nella finale mariana per il bronzo il Mater Ecclesiae con lo scudetto 2016 sul petto ha superato in uno scoppiettante 4-3 il Redemptoris Mater.

È triplete dunque per l’Urbano. Il Seminario Maggiore della Congregazione per l’evangelizzazione dei Popoli torna oggi ad iscrivere il suo nome sulla Coppa con il Saturno, alzata al cielo dal capitano, il camerunense Romeo Ntsama, dopo la consegna avvenuta per mano del presidente del Centro Sportivo Italiano, Vittorio Bosio e del consulente ecclesiastico nazionale del Csi, don Alessio Albertini. L’Urbano conquista così dopo il 2014 e il 2015 per la terza volta il mondiale calcistico della Chiesa, promosso dal Centro Sportivo Italiano, con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale del tempo libero, turismo e sport della Cei, del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e del Pontificio Consiglio della Cultura del Vaticano. Lo sport è una grande occasione per imparare qualcosa che serivrà nella vita, su tutto l’amicizia fra i popoli e l’incontro fra le diversità – ha detto don Albertini – Una partita di calcio non è scontro ma è occasione di incontrare compagni differenti. Attraverso un pallone si può dialogare anche senza conoscere la lingua altrui”

Autorità
In tribuna ad assistere alla finale c’erano i rettori dei due seminari. Quello del Pontificio Collegio Urbano, mons. Vincenzo Viva, negli ultimi quattro anni ha sempre potuto tifare per i suoi ragazzi in finale, festeggiando oggi sul campo la vittoria dello scudetto come nel 2014 e 2015 ed applaudendo un anno fa la vittoria ai rigori del Mater Ecclesiae. Per il Rettore della prestigiosissima Università gesuita, il portoghese Nuno da Silva Gonçalves, è stata invece la prima volta. La Gregoriana dal 2012 non era infatti più arrivata in finale, chiudendo sempre al terzo posto nelle ultime tre stagioni ecclesia-calcistiche. Presente a bordo campo, supporter d’eccezione, anche il prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica card. Giuseppe Versaldi, gran cancelliere della Università Gregoriana, che ha lodato l’iniziativa “La Clericus Cup è uno stimolo per un incontro ecclesiastico per le nuove generazioni; in un mondo diviso, possiamo dare esempio di comunione non solo nello studio delle scienze, ma anche nello sport. Mi congratulo con voi, seminaristi e sacerdoti, vinti e vincitori”.

I premi
Come tradizione oltre ad un riconoscimento a ciascuna delle 16 formazioni iscritte, sono stati assegnati alcuni premi individuali. Premiati al termine della finale il miglior tecnico, il miglior portiere, il miglior giocatore e il miglior cannoniere. Il bomber del torneo è stato il messicano Luis Alvarez, goleador celeste del Mater Ecclesiae con 10 reti all’attivo. Sue tute le 4 reti odierne con cui il Mater Ecclesiae, ha superato per 4-3 il Redemptoris Mater, conquistando il bronzo Clericus 2017. Tra i portieri il riconoscimento è andato al numero 1 del Pio Brasiliano, Carlos Silva, un passato nel Goias e vicino, prima di entrare in seminario a squadre professionistiche quali Deportivo La Coruna e Cagliari. Mister Mario Caioli, ha visto premiata una stagione super della sua squadra finalista, mentre l’inglese della Gregoriana Mark Paver è stato applaudito da tutti come mvp del torneo.

Le nazioni
Sono stati 404 i tesserati iscritti, inclusi i dirigenti delle squadre, con passaporto di ben 66 diverse nazionalità, i protagonisti della nuova Clericus Cup. Messico e Brasile i paesi con più rappresentanti, con 29 e 26 atleti. L’Italia ha visto in campo 24 atleti tra i vari seminari. La Nigeria 23. Subito dietro Francia, Ucraina, Spagna, e USA tutte presenti nel torneo con il corrispettivo Pontificio Collegio. Cinque i continenti rappresentati, con giocatori anche di Olanda, Svizzera, Siria, Armenia, Ciad, Malawi, Nicaragua e Sud Sudan.

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