Il Rocca Priora RDP vola al terzo turno di Coppa Italia e lo fa dopo un’autentica battaglia contro l’Atletico Colleferro, sconfitto per 3-2 sul campo di Colle di Fuori (stante l’indisponibilità del “Montefiore” che ha visto l’ampio restyling del manto erboso). Ad analizzare il match è Mattia Nuzzi, attaccante classe 2001 a bersaglio per la rete del momentaneo 2-0.

“Sapevamo che sarebbe stata una partita complicata visto che l’Atletico Colleferro aveva eliminato l’ambizioso Valmontone nel turno precedente, tra l’altro rimontando dallo 0-2 al 3-2 finale. L’abbiamo preparata benissimo con lo staff tecnico, dopo quindici minuti di studio è arrivata l’indicazione del mister di alzare ritmi e baricentro: lo abbiamo fatto e ne è scaturito un ottimo primo tempo dove anche tatticamente siamo stati quasi perfetti. Nella ripresa è arrivata l’espulsione frettolosa di Rosi ed un episodio arbitrale clamorosamente negativo per il 2-2, ma da gruppo siamo riusciti comunque a vincerla anche in inferiorità numerica e questo non era scontato. D’altronde ci teniamo tanto a questa competizione, esattamente come al campionato dove debutteremo domenica sempre in casa contro il Vicovaro”.

Per Nuzzi è stata una partita molto proficua: gol a parte, il giovane attaccante ha guadagnato anche il calcio di rigore del vantaggio siglato da Scacchetti, poi l’ex Vis Artena e Cisterna con uno splendido calcio di punizione ha regalato la vittoria ai castellani. “Ho giocato in un ruolo che non è proprio quello mio originario, ma che ho già fatto in passato – racconta Nuzzi – Poi comunque vicino a Gianmarco è tutto più semplice, parliamo di un giocatore eccezionale. Devo ringraziare anche Barbusca che mi ha servito un grande assist sul mio gol”. Col rientro di Ceccarelli, il Rocca Priora RDP ha un potenziale offensivo da urlo: “Si tratta di grandi giocatori dai quali posso imparare tanto “rubando con gli occhi” durante gli allenamenti. In ogni caso sono pronto a fare qualsiasi cosa mi viene chiesta dal mister e mettermi completamente a disposizione dei compagni. Non siamo solo un gruppo, siamo una famiglia e questo vuol dire tutto”.

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